Redazione Online
TRICASE | Avrebbe adescato minorenni, e li avrebbe condotti in posti appartati per convincerli ad avere rapporti sessuali. Fino a quando uno di loro, che nel frattempo aveva conservato un sms piuttosto esplicito e dal contenuto lontano da fraintendimenti, che dapprima è finito per esser letto dai genitori, poi è passato nelle mani della magistratura e del giudice per le indagini preliminari Alcide Maritati che ne ha disposto l’arresto.
Nella casa circondariale di Borgo San Nicola è finito Vincenzo Alfarano, 54enne di Tricase, già noto alle forze dell’ordine. Il pubblico ministero Carmen Ruggiero ha chiesto al gip di disporne l’arresto al termine di un periodo d’indagine durato sei mesi, sufficienti per fare il quadro dei capi d’imputazione: violenza sessuale, induzione alla prostituzione, e pornografia minorile, più atti persecutori e molestie.
Si è detto della lettura di questo sms da parte del genitore del ragazzo. È stato lui a contattare i carabinieri della stazione di Tricase, dopo aver letto il messaggio inequivoco, e di conseguenza a far partire tutti gli accertamenti da parte della Procura, che per primo ha accertato a chi fosse intestata l’utenza. Poi, dal controllo dei tabulati telefonici è emerso che il giro di frequentazioni che l’uomo avrebbe instaurato fosse più largo, e dalle verifiche ulteriore ne è uscito il coinvolgimento di altri tre minorenni, fra cui due fratelli.
Alfarano è piuttosto inserito nella vita sociale della città. Conosciuto con il soprannome di «presidente», avviava giovani che si avvicinavano per la prima volta al mondo atletico alla preparazione per lo sport dilettantistico. Questa sua mansione sociale sarebbe stata la molla che avrebbe fatto scattare l’avvicinamento di alcuni di loro, a tal punto da spingersi ben oltre il semplice rapporto di un istruttore impegnato.
In sei mesi di attività investigativa, i militari sono riusciti a scoprire che l’uomo utilizzasse immortalare i suoi incontri su supporti audiovisivi. Foto e video con ragazzi svestiti, in cambio di denaro e regali, nel tentativo di consolidarne l’amicizia e gli appuntamenti. Messaggi d’amore e atti intimidatori si sarebbero alternati per mantenerne vivi partecipazione e silenzio. Un atteggiamento costante e ossessivo, secondo gli investigatori, che si sarebbe protratto nel tempo, mescolato a ricatti. Se non si fosse ottemperato a questo tipo di richieste e ricambiato con altrettante attenzioni, Alfarano avrebbe intimato di rendere pubblico il rapporto omosessuale, oltre che informare i genitori dei brutti voti presi a scuola.
In un’occasione avrebbe costretto un minore a tacere, altrimenti si sarebbe impegnato a inviare un finanziere per chiudere il negozio familiare. In un altro caso, per evitare che un ragazzo potesse parlare avrebbe minacciato di rivelare ai genitori la sua verità, con l’aggiunta che a sollecitare i rapporti sarebbe stato proprio il ragazzo. Infine, avrebbe screditato la reputazione di uno di loro, inviando messaggi ad altri compagni coetanei nel tentativo di allontanarli dall’amico. Il 54enne domattina sarà ascoltato per la prima volta dal suo difensore, l’avvocato Toni Indino di Tricase.
Mercoledì 19 ottobre 2011
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