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Nardò | intervenuti anche dai comuni di galatone, neviano, aradeo, seclì e porto cesareo

In tremila per difendere il diritto alla salute
«Il San Giuseppe Sambiasi non si tocca»

Accanto ai cittadini, il Comune con il sindaco Marcello Risi, la comunità
cattolica col vescono Caliandro e il comitato di salute civica Spes Civium

Redazione Online

NARDÒ | Un fiume di tremila persone ha attraversato pacificamente le strade per protestare contro la chiusura dell'ospedale San Giuseppe Sambiasi. Non vogliono arrendersi, ma difendere il proprio diritto alla salute, e salvare il nosocomio da un piano di razionalizzazione che come dice Marcello Risi, sindaco della città, di «razionale non ha nulla».
Anzi si mostra miope di fronte alle reali esigenze della popolazione. Ma Nardò non è sola, impegnata in questa battaglia che vorrebbe vedere diventare l'edificio una semplice succursale burocratica dell'Asl. Al loro fianco sono scesi nelle strade rappresentanti delle comunità di Galatone, Neviano, Aradeo, Seclì e Porto Cesareo.

«SPES CIVIUM» | È difficile sapere se la protesta sia arrivata in tempo per cambiare le cose, ma intanto la manifestazione pubblica va avanti, sulla scia delle attività che da più di un anno vedono impegnate il comitato di salute civica Spes Civium in difesa di un territorio come quello di Nardò la cui domanda di salute vanta una popolazione seconda in fatto di numeri solo a quella del capoluogo di Lecce. Dopo il rifiuto di portare avanti un ampliamento delle strutture, il declassamento da presidio a stabilimento ospedaliero e l'allontanamento dei reparti di Chirurgia e Ortopedia, trasferiti altrove, adesso il tentativo di trasformarlo in un distaccamento parallelo del poliambulatorio di via Piazza della Croce Rossa. Infatti le intenzioni della Regione, esplicitate dalla vicepresidente della giunta Loredana Capone sono quelle di privilegiare un distretto sanitario locale, piuttosto della presenza di vere e proprie strutture ospedaliere fittamente ramificate.

LA COMUNITÀ NON SI ARRENDE | Ma questo ospedale non si tocca, e lo dimostrano con tenacia i tremila cittadini impegnati in strada con manifesti e bandiere nel corteo che ha attraversato viale della libertà, e via XXV Luglio, sulla strada che conduce al palazzo del comune.
Non sono mancate le associazioni religiose e laiche, intervenute a raccolta sotto la guida dal vescovo monsignor Domenico Caliandro, che ha voluto attivare la comunità muovendosi in difesa della dignità e della salute di tutti, invocando la valorizzando le strutture esistenti sul territorio piuttosto di una razionalizzazione che non sembra tener conto del territorio. Presente anche il cappellano dell'Ospedale, don Riccardo Personè, intento a dare indicazioni via microfono. E poi il Comune di Nardò, al completo di assessori e consiglieri comunali, intervenuti accanto al sindaco Risi per dimostrare con la continuità dell'impegno che quello del Sambiasi non è stato solo un punto in più sull'agenda per fare proselitismo durante le campagne elettorali.

LA SALUTE NON SI BARATTA | Di fronte al Palazzo comunale, sotto lo sguardo attento delle forze dell'ordine impegnate a tutelare la sicurezza, il presidente del comitato Spes Civium, Roberto Filigrano, insieme al sindaco e al vescovo hanno rassicurato sulle intenzioni della città di Nardò a non abbandonare la battaglia.
La folla inneggia ad una marcia su Bari, per rendersi visibili alle istituzioni regionali, dopo la risposta approssimativa ricevuta dalla giunta, e sostituire così i fatti alle parole. Oltre alle mobilitazioni cittadine, si attendono i risultati dei due ricorsi al Tar, e dei due esposti presentati alla Procura della Repubblica, per verificare l'agibilità di quella struttura che dovrebbe essere ampliata per sostituire il Sambiasi.

Sabato 12 novembre 2011

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