«Via Brenta, risparmiati 55 milioni di euro». Il Pd: «È solo pubblicità ingannevole»

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Lecce | POLEMICA SUI MANIFESTI AFFISSI DALL'AMMINISTRAZIONE COMUNALE in giro per lecce

«Via Brenta, risparmiati 55 milioni di euro»
Il Pd: «È solo pubblicità ingannevole»

Quarta: «Il Comune dalla parte dei cittadini? Li ha solo danneggiati»

Redazione Online

Rita Quarta, consigliera comunale del Pd
Rita Quarta, consigliera comunale del Pd

LECCE | Da giorni in giro per Lecce si possono notare dei manifesti affissi dall’amministrazione comunale che recitano così: «Via Brenta risparmiati 55 milioni di euro. Città di Lecce, solo dalla parte dei cittadini». Ma molti trovano da ridire su queste affermazioni che vengono viste semplicemente come pubblicità ingannevole. E la consigliera comunale Rita Quarta del Pd si fa portavoce di questa tesi e in una nota scrive: «Il Sindaco si presenta come il salvatore della Patria… ma il percorso dell'intera vicenda non è per nulla virtuoso e i rappresentanti dell'opposizione del tempo, da Torricelli a Benincasa a Salvemini, avevano più volte richiamato l'attenzione dell'amministrazione Poli-Perrone su tutta l'operazione, sulla sua inopportunità ed anche illegittimità». Ma di quale operazione si parla? Riassumendo: una società, la Socoge, proprietaria di alcuni palazzi in via Brenta li vende ad un’altra società, la Selmabipiemme che poco dopo li cede in leasing alla giunta di centrodestra, guidata da Adriana Poli Bortone. I palazzi hanno un valore di realizzazione di circa 2,9 milioni di euro ma incredibilmente vengono stimati 13 milioni nel contratto di leasing con l’amministrazione comunale provocando così un danno importante alle casse pubbliche. «In questi anni, dall'inizio del rapporto con Socoge e poi con Selmabipiemme, sono stati spesi più di 10 milioni e 500mila euro, somme che non saranno recuperate – continua la Quarta - ricordo solo, a riprova della dissennatezza dell'operazione, che sono stati pagati per tre anni canoni di locazione di 630mila euro l'anno senza avere la possibilità di usufruire dell'immobile. Altro che risparmiati 55 milioni».
Ma vi è un altro aspetto poco chiaro: quello relativo all'obbligo assunto dal Comune di eseguire opere di manutenzione straordinaria degli immobili, forse necessarie per adeguarli agli standard urbanistici richiesti ai fini dell'agibilità, che tuttora ancora manca. Non vi è traccia infatti del verbale di sopralluogo per la verifica delle opere da realizzare.
«Noi abbiamo votato a favore della transazione per coerenza rispetto alla posizione da sempre tenuta in questa vicenda e per evitare di venire ancora accusati di essere tifosi del dissesto- conclude la Quarta - ma sia ben chiaro che il danno c'è stato per le casse comunali e per la cittadinanza, e porvi rimedio era una strada obbligatoria».

Giovedì 20 ottobre 2011

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