Ucciso con un fendente al cuore. Muore operaio 40enne di Galatina

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Tuglie | Tragedia in paese stanotte alla fine di una lite

Ucciso con un fendente al cuore.
Muore operaio 40enne di Galatina

A terra, accasciato al suolo e in una pozza di sangue, è finito Sergio Tundo, operaio di Galatina. Ucciso con un coltello da Gaetano Luce Bianco, 51enne di Gallipoli, che perseguitava l'ex convivente, a cui era ancora legato e alla quale aveva rubato biancheria

Redazione Online

Gaetano Luce Bianco, 51 anni, operaio edile di Gallipoli, è accusato di omicidio volontario e detenzione abusiva di coltello
Gaetano Luce Bianco, 51 anni, operaio edile di Gallipoli, è accusato di omicidio volontario e detenzione abusiva di coltello

TUGLIE | Ammazzato con un fendente al cuore. È morto così, accoltellato, un operaio di Galatina arrestato dai carabinieri con l'accusa di omicidio volontario. Una lite per motivi passionali è sfociata in una tragedia brutale che ha portato alla morte di Sergio Tundo, 40enne operaio, residente a Galatina. L’omicidio è avvenuto a Tuglie per mano di Gaetano Luce Bianco, un operaio edile di 51 anni, di Gallipoli, che secondo i carabinieri, sarebbe arrivato a compiere un così tragico gesto spinto da un evidente movente passionale poiché l’accusato, non essendosi rassegnato per la fine del suo rapporto con la ex convivente durato quattro anni, sicuramente preso da un attacco di rabbia e gelosia, non ha esitato a sferrare un colpo al cuore, fatale, per il povero Sergio Tundo. Quest’ultimo era accorso in aiuto dell'ex convivente di Bianco, una donna di 52 anni, di Tuglie e mamma di un suo amico, perché quest’ultima intimorita dal furto subìto in casa propria in aiuto si è rivolta proprio al figlio, un ragazzo di 22 anni, anch’egli operaio.

Bianco, infatti, si era intrufolato in casa della donna, in via Ugo Foscolo, nella periferia di Tuglie mentre lei era fuori, rubandole della biancheria intima. La donna, sicura che l’autore del furto fosse il suo ex compagno, lo chiama al cellulare, invitandolo a restituirle la refurtiva e decidendo di incontrarsi all’una di notte a casa della donna. Quest’ ultima, preoccupata ed impaurita da una realtà burrascosa nel quale Bianco la controllava, attraverso appostamenti, chiamate e messaggi poiché non accettava la fine della loro storia, decide di raccontare tutto al figlio, il quale si presenta all’appuntamento con un suo amico, a cui toccherà l’amara sorte.

Arrivato a casa della donna, però, Bianco Luce si rende conto che ad aspettarlo non c’è solo la sua ex compagna, ma anche due uomini. Una «sorpresa» che l'uomo non ha gradito. Restituisce l’insolita refurtiva, ma allo stesso tempo nasce un’aspra e accesa discussione, che poi in pochi minuti sarebbe degenerata (ma questo è ancora da accertare), in un litigio più violento, con calci e pugni. Gaetano Bianco, in quei frangenti, ha avuto il tempo di allontanarsi in sordina per andare a recuperare dalla sua auto, una Fiat Panda scura, un coltello, detenuto illegalmente, e colpire Sergio Tundo con un colpo mortale sul petto, all'altezza del cuore, proprio lui che effettivamente c’entrava ben poco con la questione. Bianco si è allontanato, mentre tutto il vicinato, alle prime ora dell’alba, si è svegliato e sono cominciate le chiamate al numero d'emergenza sanitaria 118. Tuttavia per l’operaio di Galatina, i soccorsi sono stati inutili.

I carabinieri hanno ricevuto la prima telefonata alle 3,30 del mattino e una pattuglia della stazione dei carabinieri di Sannicola ha dato il via alle indagini. Ma quasi subito il caso è passato nelle mani dei carabinieri della Compagnia di Gallipoli e del Nucleo radiomobile, coordinati dal capitano Stefano Tosi. Sulla scena del crimine sono intervenuti i carabinieri della Sezione investigazioni scientifiche del Reparto operativo di Lecce, che attraverso i loro rilievi sul luogo dell’omicidio e grazie anche alle risultanze testimoniali raccolte dai carabinieri della Compagnia di Gallipoli, hanno rintracciato l’omicida, Bianco per l'appunto, che all’arrivo dei militari era in procinto di mettersi a letto. Era giunto nella sua abitazione poco prima, dopo essersi liberato dell’arma del delitto, sicuramente nella fuga. Arma che i carabinieri stanno ancora cercando, setacciando metro per metro il territorio, e dopo aver abbandonato la sua auto, con il motore ancora caldo, non molto lontano dalla sua abitazione. Dopo essersi rivestito, l’uomo è stato condotto dai carabinieri in caserma, dov'è stato interrogato per la prima volta.

Non sarebbe ancora perfettamente chiara la dinamica dei fatti, ovvero non è stato ancora accertato come mai la vittima del delitto sia stata proprio l’unica persona che ai fatti era totalmente estranea e se Bianco non abbia colpito Tundo per caso. Il colpo secco e profondo, dritto al cuore, non ha dato speranza a Sergio Tundo, che si è accasciato al suolo, in un lago di sangue. In ogni caso, Gaetano Bianco, per aver ucciso un innocente, è accusato di omicidio volontario e detenzione abusiva di coltello. Gli indizi a suo carico sono inequivocabili: movente passionale, i rilievi effettuati dal reparto di investigazioni scientifiche di Lecce, le testimonianze dei vicini e soprattutto le macchie di sangue rinvenute nella sua auto.

Tuttavia i carabinieri stanno facendo luce su alcune probabili denunce mosse dalla donna nei confronti di Bianco, che può considerarsi anche fortunato in quanto la legge sullo stalking è stata adottata solo qualche mese fa. Le indagini sono state affidate al magistrato nominato di turno, il sostituto procuratore Alberto Santacatterina. (m.g.)

Martedì 5 maggio 2009

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