«Solo noi difendiamo gli interessi italiani»

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Lecce | Giorgia Meloni e fratelli d'italia-an come i paladini della svolta in europa

«Solo noi difendiamo gli interessi italiani»

Questa mattina l'ex ministro ha attaccato chi nel centrodestra ha votato per regalare miliardi alle banche e per l'abolizione del reato di immigrazione clandestina

di Francesco Buja

Giorgia Meloni a Lecce. Alla sua destra Adriana Poli Bortone
Giorgia Meloni a Lecce. Alla sua destra Adriana Poli Bortone

La conferenza stampa, alla quale ha assistito un centinaio di persone, si è tenuta davanti alla Banca d’Italia, a due passi dalla centrale piazza Sant’Oronzo: una sottolineatura al distacco da una certa politica che non ha tutelato gli interessi degli italiani. Giorgia Meloni, presidente di Fratelli d’Italia-Alleanza nazionale, questa mattina a Lecce ha marcato il solco fra il suo partito e i vicini di casa nella geografia della politica, critici verso l’Unione europea ma responsabili di scelte che non giovano al nostro Paese. «Noi siamo rimasti gli unici, al di là di quello che si dice in campagna elettorale, a difendere le idee di destra e del centrodestra» ha proclamato l’ex ministro della Gioventù. I fatti parlano chiaro, «perché noi siamo – ha spiegato la Meloni – quelli che non hanno votato, a differenza degli altri, l’abolizione del reato di immigrazione clandestina, non abbiamo votato per i decreti svuota carceri e gli indulti mascherati, non abbiamo votato per la svendita di Bankitalia, che era un atto di tradimento nei confronti del popolo italiano, non abbiamo votato la depenalizzazione delle droghe, con le quali il governo Renzi dice ai giovani italiani che, siccome non può dargli un posto di lavoro, gli può dare le canne così almeno non ci pensano; non abbiamo votato tanti provvedimenti che gli altri partiti del centrodestra tristemente hanno votato». La svendita della Banca d’Italia segna la differenza. «Sulla vicenda di Bankitalia – fa notare l’ex presidente della Giovane Italia - noi abbiamo fatto con Fratelli d’Italia-Alleanza nazionale una battaglia importantissima quando il governo Letta ha deciso di svendere la nostra banca centrale, di regalare sette miliardi e mezzo di euro alle banche private, più altri 450 milioni di dividendi che lo Stato italiano e quindi gli italiani pagheranno ogni anno su quelle quote rivalutate già per sette miliardi e mezzo di euro; perché quando è arrivato il decreto su Bankitalia noi abbiamo presentato un ordine del giorno per chiedere che si mettesse nero su bianco che le riserve auree, cioè quei cento miliardi di euro in oro che la Banca d’Italia custodisce e sono di proprietà degli italiani, rimanessero di proprietà degli italiani: quell’ordine del giorno è stato bocciato dagli altri partiti. Quindi oggi noi non sappiamo quale sia effettivamente il destino di questi cento miliardi di euro in oro e consideriamo quel decreto un atto di alto tradimento nei confronti degli italiani, che sono stati privati di miliardi di euro e anche del loro diritto a qualsiasi forma di sovranità monetaria».

Anche circa la pensioni d’oro il partito della Meloni, di Ignazio La Russa e della leccese Adriana Poli Bortone, non ha trovato appoggio nel centrodestra. «Ho sentito dire a Berlusconi in queste ore – ha attaccato la Meloni - che vuole aumentare le pensioni minime, prima a 800 euro e poi a mille euro; fatto sta che Forza Italia, esattamente come gli altri partiti, ha votato contro la proposta di FdI-Alleanza nazionale, che è arrivata in Parlamento, di revocare le pensioni d’oro per aumentare le pensioni minime. Quindi l’unica proposta seria in questo senso l’abbiamo fatta noi e qualcun altro l’ha bocciata. Esattamente come quando si parla del presidenzialismo come riforma indispensabile: bisogna ricordare che Forza Italia ha deciso di chiudere con Renzi un accordo sulle riforme che riguardava ben altro. E quindi una cosa è quello che si dice, una cosa è quello che si fa. Io spero che gli italiani guardino a quello che si è fatto».

Inevitabili le critiche all’abolizione del reato di immigrazione clandestina. «Ogni tanto abbiamo qualche francese o qualche tedesco che ci spiega che non siamo abbastanza accoglienti, poi uno si va a studiare la norma europea sull’immigrazione e scopre che l’Europa dice che un richiedente asilo, cioè qualunque immigrato che sbarchi sulle nostre coste, ha diritto ad essere accolto nella prima nazione europea nella quale si presenta ma non ha diritto di girare liberamente negli altri 27 Paesi dell’Unione europea: non trovate che sia un tantino discriminatoria per noi questa norma? Perché io gli sbarchi in Austria mica me li ricordo, gli sbarchi in Lussemburgo non l’ho visti. E allora, se l’Europa vuole essere di manica larga nel rapporto con l’immigrazione, la prima regola è: i richiedenti asilo devono essere distribuiti equamente in tutti i 28 Paesi dell’Unione europea. E di più: l’Europa deve caricarsi i costi e noi siamo disponibili a caricarci la nostra parte di costi all’interno di quei sedici miliardi di euro che già ogni anno diamo all’Unione europea, ma gli altri 27 Paesi che fanno? Dove stanno?». Fugato ogni dubbio su venature d’intolleranza che i soliti benpensanti paventano nelle intenzioni di chi sta verso destra quando la Meloni ha spiegato: «Ogni immigrato clandestino che arriva in Italia a noi costa trenta euro al giorno. Fatevi un calcolo rapido: sono 900 euro al mese, è il doppio di quanto diamo a un anziano italiano con la pensione sociale. E tre volte tanto quanto diamo a una famiglia con disabili per poterli accudire. E allora se l’Europa si caricasse quei 900 euro al mese per gli immigrati clandestini, noi quei 900 euro, in una nazione dove di soldi non ne abbiamo, li potremmo utilizzare per i nostri pensionati sociali al minimo, per i nostri invalidi, per i nostri disoccupati. Come fanno le altre nazioni dell’Unione europea. Invece tutto quello che il governo ha saputo fare, anche con il voto, diciamoci la verità, degli altri partiti di centrodestra, è stato abolire il reato di immigrazione clandestina, un reato che esiste in tutta Europa».

Il solco è segnato: «Non siamo gente che si presenta in campagna elettorale a dire il contrario di quello che ha fatto durante l’anno». Una frattura che appare insanabile, che la Meloni rimarca forse per indurre alfaniani e berlusconiani a imboccare la retta via. «Abbiamo bisogno di rappresentare un’altra Italia in Europa, perché io sento dire sia dai partiti del centrodestra sia dai partiti del centrosinistra: “basta con l’Europa a trazione tedesca”, poi però di fatto i partiti del centrodestra siedono nel Ppe, che è governato da Angela Merkel; il Ppe ha appena rivendicato le politiche dell’austerity nel suo ultimo congresso come la soluzione migliore per uscire dalla crisi, quelle che ci hanno messo in ginocchio, per intenderci. Il Pse, nel quale sta il Partito democratico, ha appena votato alla guida della Commissione europea tale Martin Schulz, “simpaticissimo” amico degli italiani, come tutti sanno, che in Germania governa insieme ad Angela Merkel. Allora tra questo scenario, lo scenario della sinistra radicale che addirittura mette il nome di un comunista greco nel suo simbolo (Alexis Tsipras; ndr), quello di Scelta europea che mette il nome di un liberale belga (Guy Verhofstadt; ndr) nel suo simbolo, quello di un candidato di Nuovo centrodestra che si candida con il manifesto Europa über alles, noi diciamo: votate italiano, votate Fratelli d’Italia- Alleanza nazionale».

Martedì 6 maggio 2014

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