Ricordando Potì: «La città di Melendugno chiede scusa per le ignobili e vili scritte»

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Melendugno | in Un episodio del 2010, la volontà del politico di difendere il senso civile

Ricordando Potì: «La città di Melendugno chiede scusa per le ignobili e vili scritte»

Gli amministratori di Melendugno replicavano con fermezza all'atto di
vandalismo, opponendogli i valori della fratellanza, rispetto e dialogo

Redazione Online

Le scuse della cittadinanza
Le scuse della cittadinanza

MELENDUGNO | «Città di Melendugno: chiediamo scusa per queste ignobili e vili scritte». Questo il messaggio di civiltà con cui nell'agosto del 2010, Vittorio Potì si rivolgeva agli ospiti baresi, ma anche alla stessa cittadinanza di Melendugno, dopo che le scritte vandaliche di offesa rivolte soprattutto al Bari, probabilmente all'interno di una logica calcistica un po' scappata di mano, ne avevano deturpato alcuni muri.

«OFFESO IL SENSO DI CIVILTÀ» | Il presidente del Consiglio regionale Onofrio Introna, insieme a Potì ne sottolineava il valore in quanto manifestazione di buon senso che si oppone all'inciviltà distruttiva, per ripudiarla e isolarla: «In Puglia e in Italia non ci possono essere nemici o avversari. Non ci possono essere forme di denigrazione così spinte, che fanno male a tutta la comunità e ne offendono il valore e la civiltà». E poi: «Quello del sindaco Vittorio Potì è un segnale molto forte; le comunità attraverso i loro amministratori si ribellano, rifiutano queste ostentazioni insensate».

Le scritte vandaliche degli ultras
Le scritte vandaliche degli ultras

UN GESTO DI FRATELLANZA | Il sindaco di Melendugno stesso spiegava la risonanza che quel gesto aveva incontrato presso i cittadini e le figure politiche, nonché l'importanza che aveva rivestito comunicare il proprio fermo no a una reazione vile e priva di significato, ma che raggiunge, danneggiando proprio tutti, anche l'immagine della città: «Noi l'avevamo fatto per scusarci con i baresi, residenti a Torre dell'Orso e nelle nostre marine: ci sembrava un delitto lasciare senza nessuna reazione una scritta scema, idiota e vile. Poi il sindaco di Bari mi ha chiamato; il presidente del Consiglio mi ha chiamato e mi ha ringraziato. Non c'era niente da ringraziare: era solo un atto dovuto di civiltà».
Un gesto azzeccato, che riuscì a trasformare l'incidente in un rilancio importante, complice la prontezza avuta nel sapergli rispondere: «Nella stragrande maggioranza i cittadini di Melendugno, indipendentemente dalla connotazione politica, si riconoscono in questo gesto di apprensione per le scritte e confermano i loro sentimenti di gratitudine e fratellanza per tutti i nostri ospiti, ivi compresi quelli di Bari che sono numerosi a Torre dell'Orso». Una capacità di mediazione importante, che risuona oggi nei molti messaggi di cordoglio e saluto che gli sono rivolti dai suoi colleghi politici.

Domenica 23 ottobre 2011

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