Rapinano e incendiano il centro scommesse. Patteggia 3 anni e mezzo di fronte al giudice

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Lecce | con il volto coperto e la pistola costringono il gestore a consegnare 1500 euro

Rapinano e incendiano il centro scommesse
Patteggia 3 anni e mezzo di fronte al giudice

Vito Vitale, 25 anni di Arnesano, è in arresto dal giugno scorso per la rapina compiuta con l'aiuto di un complice, mai identificato, presso il centro «Scommettiamo.it»

di Valentina Castelli

Tribunale di Lecce
Tribunale di Lecce

LECCE | Patteggia 3 anni e mezzo di reclusione, più mille euro di multa, di fronte al giudice per le indagini preliminari Ines Casciaro. Si tratta di Vito Vitale, 25enne di Arnesano, che questa mattina si è riconosciuto colpevole della rapina effettuata il 28 aprile scorso ai danni del 45enne Maurizio De Luca, gestore del centro di scommesse sportive «Scommettendo.it» situato nella zona centrale di Lecce, in via Oberdan al numero civico 108.

UNA RAPINA ATIPICA | Quella sera, verso le ore 20,15, due persone con la faccia coperta da un casco raggiunsero Lecce, prendendo di mira il centro scommesse. Uno dei due malviventi era anche armato di pistola. Ma prima di scappare a bordo di uno scooter con un bottino di 1500 euro, praticamente l'incasso della giornata, i due insoliti ladri cosparsero il centro scommesse con del liquido infiammabile, dandogli fuoco. Subito furono chiamati i pompieri del comando provinciale che spensero le fiamme, mentre la polizia scientifica si mise alla ricerca di eventuali prove che potessero costituire indizio a carico dei malviventi.

DESCRIVE GLI AGGRESSORI, POI SI ACCASCIA AL SUOLO | A dare l’allarme è stato proprio il gestore che è riuscito a fornire una sommaria descrizione dei malviventi agli inquirenti prima di cadere accasciato per terra, colpito da un infarto. La versione dei fatti è stata confermata da alcuni testimoni presenti nel locale al momento della vicenda. Nelle vicinanze del locale gli inquirenti ritrovarono un telefono cellulare dual-sim, uno degli intestatari del quale era proprio il giovane di Arnesano. L’altro intestatario, condotto in questura, risultò in possesso di un alibi inattaccabile, che lo confermò estraneo ai fatti. Diversa, invece, la posizione di Vitale. Nonostante i tentativi compiuti per rintracciarlo presso l'abitazione di una conoscente, sembrava irreperibile. Le indagini proseguirono nei locali da lui frequentati e quindi presso la residenza della madre, che confessò di aver tentato di contattare il giovane sul numero cellulare, ma invano. Insomma di Vitale pareva non esserci più traccia.

TESSERE CHE SI INCASTRANO | Il colpo di scena arrivò a giugno, quando la squadra mobile di Lecce guidata dal vicequestore aggiunto Michele Abenante arrestò Vitale, grazie ai tabulati del telefono cellulare ritrovato. Gli inquirenti attraverso l’analisi delle celle impegnate e della durata delle conversazioni riuscirono a ricostruire tutti gli spostamenti che il giovane di Arnesano aveva compiuto prima dell’arrivo al centro scommesse. Ma oltre alla sim, alle intercettazioni e l'analisi delle celle, a fornire agli uomini della squadra mobile di Lecce gli elementi utili ad incastrarlo, si aggiunsero la sospetta mancata denuncia di smarrimento del telefono e la descrizione fisica rilasciata dal gestore e da altri testimoni presenti, che fornirono delle indicazioni somatiche compatibili con quelle del ragazzo.

IL COMPLICE MAI IDENTIFICATO | L’ordinanza di custodia cautelare venne emessa dal giudice per le indagini preliminari Vincenzo Brancato su richiesta del procuratore aggiunto Antonio De Donno. Il giovane era oggi rappresentato dall’avvocatessa Laura Minosi. Le accuse rivolte ai due uomini è di estorsione e rapina in concorso, incendio, detenzione e porto in luogo pubblico di arma da fuoco. Il secondo uomo non è mai stato individuato.

Lunedì 12 dicembre 2011

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