Per i suoi furti usava corde e moschettoni. In manette un 47enne nascosto sul terrazzo

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Lecce | guanti in pelle ed in lattice, chiavi, pinza e piede di porco gli altri arnesi ritrovati

Per i suoi furti usava corde e moschettoni
In manette un 47enne nascosto sul terrazzo

Al settimo piano di un palazzo in via Minniti 16 nascosto in un anfratto
In mano una corda per intrufolarsi nell'appartamento al piano di sotto

Redazione Online

LECCE | Una telefonata provvidenziale al 113 ha condotto la polizia all'arresto di Antonio Manisco, 47enne disoccupato, celibe, residente a Lecce, fermato mentre si preparava a compiere un furto. Le indicazioni pervenute dalla segnalazione telefonica indicavano come luogo della presunta azione criminosa un palazzo di sette piani, sito in via Minniti 16, in pieno centro cittadino. Dalla questura sono state inviate due pattuglie, una motomontata che è riuscita a giungere per prima sul posto ed un'auto della Squadra volanti, coordinate dal dottor Antonio Ingrosso.

Corde, carrucole e moschettoni
Corde, carrucole e moschettoni

AL SETTIMO PIANO CON CORDE E MOSCHETTONI |Al loro arrivo l'uomo che aveva allertato la polizia, spiegava agli agenti che un individuo, non residente nella palazzina, a bordo di uno scooter «Yamaha Why», parcheggiato davanti allo stabile, si era introdotto nell'atrio per poi dirigersi con fare sospetto al settimo piano utilizzando l'ascensore. L'individuo era vestito di nero e portava sulle spalle una grossa sacca. Ascoltata la versione fornita dal condomino, gli agenti si sono diretti sul terrazzo nel tentativo di scovare il sospettato. L'assenza di luce non ha facilitato le operazioni ed è stato necessario l'utilizzo di torce per farsi strada e procedere fino all'ultimo piano. Giunti in prossimità del terrazzo dell'edificio, con l'aiuto delle luci, è stato possibile stanare Manisco, nascosto in un anfratto tra due ripostigli, a cui hanno intimato più volte di arrendersi e di consegnarsi nelle loro mani. Ma il 47enne non accennava a muoversi dal suo rifugio fino a quando gli agenti hanno notato che l'uomo, lasciata cadere a terra la corda che stringeva tra le mani, avvicinava lentamente la mano alla cintura dando l'impressione di avere addosso un'arma e fosse intenzionato ad aprire il fuoco per poi darsi alla fuga. Attimi di tensione interrotti da un sparo esploso in aria dal poliziotto, un colpo intimidatorio dopo il quale Manisco ha deciso di arrendersi, uscendo fuori dal nascondiglio con le mani alzate, consegnandosi nelle mani della giustizia. L'uomo, volto già noto alle forze dell'ordine, era stato sottoposto al regime di sorveglianza speciale nel 2009, interrotta a seguito di un arresto per spaccio di stupefacenti avvenuto nel febbraio del 2011.

I mazzi di chiavi, piede di poco camuffato, pinze, guanti in lattice
I mazzi di chiavi, piede di poco camuffato, pinze, guanti in lattice
Il questore Vincenzo Carella con il coordinatore delll'operazione, il dottor Antonio Ingrosso
Il questore Vincenzo Carella con il coordinatore delll'operazione, il dottor Antonio Ingrosso

UN KIT DA PROFESSIONISTA | Al momento dell'arresto l'uomo aveva sulle spalle una sacca in cui era custodito tutto il necessario per realizzare i suoi furti negli appartamenti, arnesi che hanno fatto dedurre alla polizia che l'arrestato fosse un esperto nel settore, un vero e proprio professionista e probabilmente l'autore di altri colpi messi a segno sul territorio leccese negli ultimi tempi. Nel dettaglio l'attrezzatura era composta da carrucole, moschettoni, corde di vario diametro, un paio di guanti di pelle marroni, guanti in lattice ed un mazzo composto da sei chiavi. Tra gli arnesi ritrovati anche un piede di porco, appositamente camuffato, rivestito da una guaina per ombrelli imbottita in modo da non renderlo riconoscibile ed attutire i colpi durante le operazioni di scasso. Un altro elemento che rafforza l'idea del ladro-professionista è la corda che probabilmente sarebbe stata utilizzata per penetrare nell'appartamento sottostante. Ammanettato l'uomo, i poliziotti hanno proceduto alla perquisizione del ciclomotore all'interno del quale il ladro aveva nascosto la restante parte dell'attrezzatura: altri guanti in lattice, per non lasciare eventuali impronte, sette mazzi di chiavi, alcune delle quali in grado di aprire delle porte blindate, una pinza ed una chiave inglese regolabile.

OLTRE AL FURTO L'EVASIONE DAL REGIME DI SORVEGLIANZA | Il responsabile è stato condotto in questura per le formalità di rito e poi trasferito presso la casa circondariale di Lecce su disposizione del pubblico ministero Giuseppe Capoccia. A difendere il leccese dall'accusa di furto, possesso ingiustificato di arnesi atti allo scasso, evasione dell'obbligo di sorveglianza, l'avvocato Luigi Rella. Un fenomeno quello dei furti d'appartamenti sempre più dilagante nel capoluogo salentino e per il quale il questore, Vincenzo Carella, ha assicurato una serrata azione di prevenzione, un aumento della vigilanza ed il raddoppiamento delle pattuglie nel segno della collaborazione con gli abitanti della città.

Mercoledì 30 novembre 2011

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