Redazione Online
LECCE | Probabilmente c'è qualcosa sotto. Qualcosa di interessante. Ed è per questo motivo che i parcheggiatori abusivi dell'ex Massa hanno occupato l'area del parcheggio di piazzetta Tito Schipa. Hanno presidiato l'ingresso, impedendo di accedere e sostare all'interno del piazzale, e rendendo così di fatto impossibile l'allargamento dei lavori di rilevamento del sottosuolo decisi dall'amministrazione. Ufficialmente questi lavori dovrebbero durare solo pochi giorni, ma se come appare probabile, dovesse essere trovato «qualcosa» nel terreno, le possibilità che tutto torni come prima sfumano irrimediabilmente. E con esse quel lavoro, abusivo, irregolare, ma pur sempre lavoro, capace per questi uomini di fare la differenza.
Per Antonio Monaco, 47 anni, parcheggiatore abusivo da 18 anni, questa attività si è dimostrata l'alternativa ad un passato di reati anche gravi, da cui è uscito con sollievo. Oggi è qui con i suoi colleghi in attesa di parlare con il sindaco, affinché il mestiere che si sono inventati per portare il pane a casa alle loro famiglie, non venga loro soffiato sotto il naso. Da un'amministrazione indifferente, anzi, forse addirittura sollevata all'idea di sbarazzarsi di un fenomeno a tratti scomodo e imbarazzante, contro il quale sono stati sollecitati provvedimenti di estirpazione a più riprese.
Loro, gli abusivi, lavorano intanto per raggranellare poco più di 20 o 30 euro al massimo, come Luigi Capone, che vive in una casa popolare con due figli disabili, e dovrebbe altrimenti riuscire a tirare avanti solo con i soldi della pensione di invalidità: 245 euro al mese. O come Riccardo Martina, che se la cava vivendo in una tenda. O ancora, come Andrea Scazzi, 41 anni, che non può neanche permettersi il lusso di averli, i figli. Se già hanno assistito ad una riduzione dei loro guadagni, da quando il cantiere ha cominciato a mangiarsi la zona delle striscie blu, ora temono di restare del tutto a mani vuote. Per questo, dopo essersi inventati il lavoro, ora fanno a modo loro anche nel tentativo di attirare l'attenzione del comune, in attesa di chi possa rassicurarli sulla questione, nel frattempo noncuranti delle operazioni di identificazione a loro carico effettuate dai vigili e dagli agenti della Digos. Probabilmente perché, ormai, sono convinti di non avere più nulla da perdere.
Giovedì 20 ottobre 2011
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