Palazzi di via Brenta: la Giunta sapeva solo del contratto di locazione, non del leasing

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Lecce | Assenti oggi in aula il sindaco Paolo perrone e adriana poli bortone

Palazzi di via Brenta: la Giunta sapeva solo
del contratto di locazione, non del leasing

Un contratto di leasing che impegnava l'amministrazione leccese per
20 anni, ad un canone di locazione semestrale di 200mila euro

di Valentina Castelli

Palazzo di giustizia /Reteluna
Palazzo di giustizia /Reteluna

LECCE | Sono stati ascoltati oggi i primi test dell'accusa, nell'ambito del processo che vede coinvolto l’ex consulente giuridico di Adriana Poli Bortone, Massimo Buonerba, riguardo il contratto d'acquisto degli immobili di via Brenta firmato dal Comune di Lecce, il 31 gennaio 2006. La società milanese da cui il Comune avrebbe acquistato gli edifici, la SelmaBipiemme, a sua volta ha comprato gli immobili da un'altra società, la Socoge, stipulando un contratto di leasing molto più oneroso rispetto al valore reale, in previsione dell’ingresso nel contratto dell'ente che ne avrebbe ereditato dalla Socoge tutti gli svantaggi. Un contratto di leasing che impegnava per 20 anni l’amministrazione leccese a pagare un canone di locazione semestrale di 200mila euro per un totale di 2 milioni e mezzo l’anno, con l’aggiunta di un riscatto di 14 milioni. Sono questi i reati di truffa e di falso che sostiene il pubblico ministero Antonio De Donno a carico del Comune di Lecce.

CONOSCENZA PARZIALE DEI TERMINI | Il primo test dell’accusa di oggi è stato l’avvocato comunale Maria Luisa De Salvo, che ha sostenuto come la giunta comunale fosse a conoscenza e avesse accettato «solo» i termini di contratto relativi alla locazione dei palazzi di via Brenta, senza sapere che gli immobili avessero un’agibilità parziale. L’avvocato ha spiegato davanti al pubblico ministero De Donno come l’ufficio contratti comunale non avesse mai trattato contratti di leasing e, cosa più sgradevole, che la stessa giunta non sapesse nulla del cambiamento dei termini di contratto, ossia che il contratto di locazione si stesse trasformando in contratto di leasing. La stessa asserisce: «Io sono venuta a conoscenza di questo leasing solo dopo l’inizio dell’indagine penale».

SCADUTI I TERMINI DI RICORSO | Si ricorda che il Comune di Lecce ha firmato nella sua storia amministrativa solo due contratti di leasing: il primo fa riferimento ai palazzi di via Brenta e il secondo al palazzo Procurina, ubicato in via Calabria. Entrambi mai revisionati dall’ufficio contratti del Comune. La medesima riferisce anche che Giuseppe Naccarelli, ex dirigente del servizio economico finanziario di Lecce, le avesse chiesto se per caso ci fossero stati degli eventuali ricorsi contro la determina, cioè il documento che autorizza la firma del contratto di leasing, ma lei aveva risposto negativamente. Da qui Naccarelli si sarebbe sentito autorizzato a scrivere alla Selma, riferendo che essendo stati superati i termini di ricorso il contratto poteva essere firmato.

USI DIVERSI DA QUELLI RESIDENZIALI | Il secondo testimone è stato l’architetto Luigi Maniglio, dirigente del settore urbanistico del Comune, che ha ricostruito, attraverso due note tecniche, la destinazione di quello che tecnicamente viene espresso con b11, b12 e b14. Dove b11 e b14 si riferiscono ai palazzi via Brenta e il b12 costituisce un’area di residenza citata per porre un termine di paragone, e far capire le percentuali volumetriche per le diverse destinazioni degli edifici. Infatti la residenza denominata b12 presenta una percentuale pari al 20% destinata ad usi diversi da quelli residenziali, mentre i palazzi di via Brenta, b11 e b14, non presentano questi spazi e quindi non possono essere disposti e presentati come edilizia privata.

ILLUSTRI ASSENTI | A dar conferma è l’altro architetto, Nicola Massimo Elia, attuale dirigente del settore beni culturali del Comune, ma che allora occupava la direzione del settore patrimonio di Lecce. Ultimo test chiamato è stato il maresciallo che ha iniziato questa indagine, Tommaso Pazzano, che ha dato spiegazioni riguardo l’inizio dell’indagine nota ormai al pubblico. Durante l’ascolto dei test d’accusa Buonerba ha preferito assentarsi dall’aula. L'ex sindaco Adriana Poli Bortone e Paolo Perrone, che sarebbero dovuti essere in aula oggi, non si sono presentati. I successivi test d’accusa si presenteranno alla prossima udienza del 17 novembre. Le sorprese non sono ancora finite.

Giovedì 10 novembre 2011

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