Oltre 300 chili di fuochi d'artificio nascosti in cucina: deposito scoperto e sequestrato

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Lecce | Gli articoli erano destinati alla vendita al dettaglio per la notte di capodanno

Oltre 300 chili di fuochi d'artificio nascosti in cucina: deposito scoperto e sequestrato

I coniugi sono accusati di detenzione illecita di materiale esplodente

Redazione Online

Il comandante Patriarca, il tenete colonnello Carrozzo e il tenente Ingusci durante la conferenza stampa
Il comandante Patriarca, il tenete colonnello Carrozzo e il tenente Ingusci durante la conferenza stampa

LECCE | Una polveriera pericolosissima veniva nascosta tra le mura domestiche da una famiglia: il deposito di 40 scatoloni di fuochi d’artificio doveva essere destinato alla vendita sulle bancarelle per i festeggiamenti del Capodanno. Il materiale è stato trovato durante un'operazione della compagnia di Lecce della Guardia di finanza ed è ora sotto sequestro; i coniugi sono stati denunciati.

UN FOCOLARE DOMESTICO ESPLOSIVO | Era un vero e proprio focolare domestico, quello custodito illegalmente dalla coppia all’interno dell’abitazione, noncurante della propria sicurezza, di quella dei propri figli e degli altri abitanti dello stabile: un palazzo del quartiere Leuca, in prossimità della stazione e a due passi dal centro. Lì i due 50enni, con tre figli e condizioni di vita modeste si preparavano ad allestire una festosa bancarella per la vendita dei ben noti botti: pericolosissimi e illegali. Il materiale pirotecnico era nascosto nel sottoscala della cucina, separato soltanto da una porta a vetro, sottovalutando il rischio fisico e legale di quel deposito. Nel frattempo i baschi verdi della compagnia di Lecce avevano programmato una serie di appostamenti che sono terminati nell’individuazione dell’appartamento e nella sua perquisizione.

OLTRE 300 CHILI DI FUOCHI D’ARTIFICIO | L’uomo della coppia, un pregiudicato per niente sprovveduto, ha cercato di giustificare l’ingombrante e rischiosa presenza di 350 chili di fuochi pirotecnici, senza tuttavia persuadere i finanzieri. I prodotti pirotecnici, di origine cinese, erano infatti sprovvisti del marchio dell’Unione Europea obbligatorio, e dunque non conformi ai parametri di sicurezza stabiliti da una direttiva comunitaria del 2007, attuata in Italia con il decreto legislativo 58 del 2010. Inoltre gli articoli ritrovati non potevano essere utilizzati né venduti a causa della loro elevata pericolosità, per cui sono classificati come articoli pirotecnici di quarta e quinta categoria, utilizzabili solo da professionisti. In questa categoria sono comprese anche delle tipologie apparentemente innocue, che possono esserci familiari: i botti e i petardi, i già menzionati fuochi d’artificio, le bombe carta e le cosiddette «stelline natalizie», che bruciano a 300 gradi centigradi.

DENUNCIA E INDAGINI | La vendita dei fuochi avrebbe fruttato ai coniugi circa 20mila euro, e invece procura loro una denuncia per detenzione illecita di materiale esplodente, reato cui corrispondono fino a 8 anni di reclusione. Intanto le indagini della Guardia di finanza proseguono attraverso la lettura dei tabulati telefonici della coppia, da cui si aprirebbe un ventaglio di ipotesi, tra cui quella dell’intermediazione per venditori all’ingrosso.

Sabato 31 dicembre 2011

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