di Barbara Melgiovanni
LECCE | Il primo commento politico alla disponibilità di Loredana Capone a confrontarsi nelle prossime primarie del centrosinistra viene dal coordinamento provinciale di Futuro e libertà Lecce. Una candidatura che, per il referente provinciale di Fli, Paolo Pellegrino, aprirebbe scenari nuovi per la politica cittadina, ma non modificherebbe in sostanza i programmi già delineati dal Terzo Polo.
L'IMPORTANZA DI UN CONFRONTO | «La candidatura del vicepresidente della Regione - ha commentato Pellegrino - eleva la qualità del confronto, poiché anche di un avversario è giusto riconoscere le doti. Tuttavia, questa nuova situazione ci pare che renda necessario intensificare ancor di più la nostra strategia, che è quella, partendo dal Terzo Polo e sempre provando ad ampliare la coalizione, di individuare un candidato a primo cittadino che sappia essere sintesi della nostra progettualità».
Insomma ormai il quadro delle opzioni si sta definendo, schiarendo, ed è proprio alla luce di ciò che a detta di Pellegrino «L’intuizione di Fini, Casini, Rutelli e Lombardo, tesa ad evitare eccessive e dannose bipolarizazioni del confronto politico ed altrettanto inutili radicalizzazioni, diventa strategica».
CHE NON SIA UNA GUERRA | Il conto alla rovescia sta per cominciare a tutti gli effetti, la campagna elettorale si aprirà a breve in città e Paolo Pellegrino s’interroga su cosa sia e cosa non sia necessario in tal senso: «Di tutto c’è bisogno, per affrontare e risolvere le tante problematiche, tranne che un duello all’ultimo sangue tra posizioni fintamente divergenti su ogni tematica, in un clima di veleni a buon mercato».
«Serve un programma ed un candidato che lo porti avanti, che non si distinguano per la volontà distruttrice nei confronti dell’avversario, come siamo abituati a vedere da Roma a Bari, ma entrino nel merito delle questioni e le affrontino con animo costruttivo, propositivo e soprattutto concreto». Tuonano forti e sanno di avvertimento le parole conclusive del referente Fli: «Lo spazio politico del Terzo Polo - tra chi, a destra, le primarie non le vuole e non le sa fare, e tra chi, a sinistra, le ritiene spesso un regolamento di conti - è l’unico in grado di accogliere opzioni includenti, in grado di governare la complessità, aggirando il muro contro muro che il falso bipolarismo ha eretto».
Martedì 8 novembre 2011
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