Redazione Online
LECCE | Continuano le polemiche sulla questione relativa all'Ato Lecce 2 che vede in contrapposizione il presidente del consorzio, Silvano Macculi ed alcuni comuni del basso Salento i quali chiedono a gran voce maggiore chiarezza e trasparenza nell'operato del presidente accusato di non aver adempiuto a quanto prescritto dal decreto legislativo 267 del 2000 che disciplina l'ordinamento degli enti comunali. Portavoce dei comuni coinvolti nella querelle, Marco Bramato, vicesindaco di Sannicola, che con il suo intervento ha voluto rispondere a Macculi ripercorrendo il problema dalle origini, precisamente dal 26 gennaio del 2010 data a cui si fa risalire l'assemblea per approvare i bilanci convocata senza il collegio dei revisori dei conti, organo indispensabile per la legittimità degli atti emanati e in mancanza del quale il bilancio approvato risulterebbe nullo.
In quell'occasione, ricorda Bramato, nonostante le riserve, i comuni si sono mostrati comprensivi data la situazione di emergenza che il consorzio, alle prese con la gestione di una nuova attività, doveva affrontare, approvando tutto in sanatoria e facendo presente a chi di dovere che la lacuna dell'organo dei revisori doveva essere colmata quanto prima. A tal proposito Macculi si era impegnato in prima persona, in qualità di rappresentante del pubblico interesse, a predisporre l'istituzione del suddetto organo, necessario a garantire la veridicità, la coerenza, la correttezza e la congruità delle poste iscritte in bilancio, sulla base del regime contabile pubblico a cui il consorsozio ha scelto di aderire. Ma ancora oggi i cittadini di quarantasei comuni del Salento, che hanno messo a disposizione dell'Ato delle somme di denaro, non possono esercitare il loro diritto a controllarne l'utilizzo e la destinazione a causa della negligenza e della mancata trasparenza dell'operato del presidente.
A distanza di due anni la situazione appare la stessa: un'altra assemblea, tenutasi il 14 ottobre 2011 per approvare un bilancio di previsione relativo all'anno 2010/2011 che è da considerarsi nullo data la persistente assenza dell'organo collegiale dei revisori dei conti, lacuna non ancora sanata nonostante l'impegno promesso, e reso illegittimo perché carente di rendiconto e della necessaria attestazione. Alla lista delle infrazioni ai danni del decreto legislativo 267 del 2000 del Tuel si aggiungono le mancate verifiche di cassa e quella degli agenti contabili, compiti questi demandati ad un'istituzione che Maculli si ostina a non voler eleggere.
«La legge non si interpreta, si applica», queste sono le parole con cui Bramato ha chiuso il suo intervento esortando il presidente dell'Ato ad affrontare una questione di interesse collettivo in modo serio e limpido evitando la leggerezza del gossip politico.
Lunedì 17 ottobre 2011
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