di Alessandra Palmieri
LECCE | Parla davanti ai suoi colleghi, Antonio Gabellone, presidente della Provincia di Lecce, cercando di smorzare i toni delle polemiche sorte nei giorni scorsi sulla questione dell'erosione dei litorali utilizzando i termini collaborazione, unione e tempistiche d'intervento rapide. È iniziata così la conferenza stampa e a seguire il «Tavolo Provinciale sulle problematiche dell'erosione costiera» tenutasi a palazzo Adorno, che ha visto la partecipazione dei sindaci delle amministrazioni comunali, rappresentanti di categoria, Antonio Quarta per il Sib e Mauro della Valle per l'Assobalneari Salento, portavoce sindacali e gestori balneari, impegnati a trovare un modo per far fronte all'emergenza. Sul perché il problema continui a ripresentarsi senza giungere a soluzioni concrete, Gabellone risponde che ciò è dovuto ad errori commessi in passato, errori da non dover più ripetere perché c'è la necessità di affrontare la questione con celerità per evitare ulteriori disastri ambientali. Poi continua sottolineando che da circa due anni si richiede una progettazione complessiva che consenta di risolvere organicamente il problema e che vengano investiti dei fondi per tutelare e salvaguardare il nostro patrimonio, risorsa di inestimabile valore per il turismo salentino. Le parole di Gabellone ruotano tutte intorno ad un concetto fondamentale che è stato palesato più volte nel corso della conferenza: per risolvere il problema che affligge il litorale costiero occorre un regime di collaborazione tra Provincia e comuni. I comuni dovranno presentare le progettazioni riguardanti il caso, predisposte singolarmente e la Provincia avrà il compito di interloquire con la Regione auspicando ad una progettazione complessiva che dall'Adriatico allo Ionio possa tutelare tutta la costa dilaniata dall'erosione, facendo prevalere l'interesse generale e non quello particolare di un singolo comune a scapito di un altro.
A tal proposito l'intervento del sindaco di Vernole, Mario Mangione, che lamenta la mancanza di un coordinamento politico, di un governo unico, di una regia complessiva a cui i paesi colpiti dallo stato di emergenza possano far riferimento per capire cosa sia giusto fare, considerando che tutti gli interventi attuati fino a questo momento non hanno prodotto alcun risultato utile. Attorno al tavolo tecnico era seduto anche il sindaco di Otranto, Luciano Cariddi, intervenuto in merito alla questione giorni fa, ha fatto sentire la sua voce incentrando il suo discorso sulla necessità di intervenire in tempi brevi, invitando i colleghi ad evitare sterili polemiche su ciò che non è stato fatto in passato e a non fare passerella politica presenziando a riunioni e tavoli tecnici senza giungere a nessuna soluzione tangibile. Occorre agire: stabilire un rapporto istituzionalizzato con la Regione sollecitandola a stipulare quel protocollo d'intesa, che esiste ed è solo da attuare, questo è il primo passo per affrontare concretamente il problema che peggiora di giorno in giorno mettendo seriamente a rischio il litorale salentino e con esso anche l'attività degli operatori turistici che potrebbero chiudere i battenti finendo sul lastrico. La battaglia della Provincia e dei comuni deve essere una battaglia volta a salvaguardare l'ambiente, l'economia ed il turismo che trova nelle zone balneari la sua maggiore fonte di guadagno.
Sono diverse le voci che si accavallano nella sala conferenze a palazzo Adorno: c'è chi lamenta l'assenza di un rappresentante della Regione a cui chiedere spiegazioni e palesare le proprie perplessità, c'è chi avanza la proposta di un intervento normativo a carattere eccezionale perché si è davanti ad una vera e propria calamità naturale. Non ci sono solo politici ad affollare la stanza, ma anche operatori turistici e gestori di lidi della zona che chiedono a gran voce risposte e soprattutto interventi tempestivi perché da Porto Cesareo ai laghi Alimini la fotografia del paesaggio non cambia e soprattutto non rincuora: spiagge completamente risucchiate dalle maree, strutture balneari distrutte dalle mareggiate e litorali erosi dagli agenti atmosferici. Per alcuni i geosacchi potrebbero rappresentare una valida soluzione per tenere a bada la situazione, ma i gestori degli stabilimenti lamentano di non poter sostenere delle spese così onerose e chiedono aiuto.
La conferenza si è conclusa con le parole di Gabellone che ha cercato di sintetizzare quanto detto definendo i punti salienti da seguire per muoversi verso la risoluzione del problema: occorre accelerare i tempi e far presente alla Regione che Provincia e comuni sono pronti ad agire, acquisire da parte delle amministrazioni comunali schede tecniche e progettuali con le loro problematiche e richiedere un incontro con l'assessore comunale alle opere pubbliche e protezione civile, Fabiano Amati, per capire quali siano gli strumenti finanziari messi a disposizione per l'emergenza stabilendo infine un protocollo d'intesa.
Venerdì 14 ottobre 2011
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