Redazione Online
LECCE | La linea 3 del filobus, quella che percorre l'anello interno della città, sarà messo in funzione il 27 dicembre. Ad annunciarlo è il sindaco di Lecce, Paolo Perrone, durante la conferenza stampa indetta per questa mattina. Insieme all'assessore alla Mobilità, Giuseppe Ripa, il primo cittadino ha espresso il suo disincanto per un'opera che adesso non avrebbe fatto sia perché non consona all'estetica della città sia perché troppo rigida e non modificabile nei percorsi.
Se l'opera nonostante le critiche e le perplessità che ha sollevato sarà avviata è solo per un senso di «responsabilità dimostrata anche attraverso scelte politicamente difficili».
UNA SCELTA POLITICAMENTE SCOMODA | È quindi per responsabilità nei confronti dei cittadini e non per continuità con la vecchia amministrazione che Perrone è chiamato a comunicare il varo, anche se solo parziale, di un'opera costata 23 milioni di euro, di cui otto finanziati direttamente con i soldi dei cittadini. In attesa forse, più che della partenza delle altre linee, delle risposte che verranno dal tribunale in merito a un processo che minaccia ogni giorno di allargarsi, trascinando sul registro degli indagati ancora altri nomi importanti. Si dissocia invece dalle scelte di Io Sud e di Adriana Poli Bortone, da cui dimostra di voler prende le distanze con forza, nonostante le difficoltà che questa scelta comporta in prospettiva della nuova campagna elettorale: «Abbiamo scelto la strada politicamente più difficile come per via Brenta. Se non l'avessimo fatto, oggi probabilmente avremmo avuto la più grande coalizione possibile, ma non potevamo fare diversamente perchè abbiamo sostenuto più costi a causa di inadempimenti e forse di malversazioni».
LE RISPOSTE DELLA PROCURA | D'altro canto sebbene l'opinione del sindaco appaia in linea con quella di Regione Salento, il primo cittadino ci tiene a sottolineare come non sia possibile prendere iniziative per liberare la città imbrigliata nella rete del filobus prima di aver ottenuto una risposta definitiva da parte di palazzo di giustizia, perché ciò significherebbe dover rimborsare il ministero dei 20 milioni di euro finanziati, soldi che il Comune non possiede: «Se le ipotesi della procura dovessero essere dimostrate noi chiederemo la nullità di questo contratto, come l'abbiamo chiesto per via Brenta, e una volta che questa dovesse essere accertata, noi siamo pronti a chiedere, stavolta senza che ci sia un danno nei confronti dei cittadini, che quest'opera venga dismessa».
UN FUTURO INCERTO | Riguardo la risposta che la cittadinanza riserverà al servizio, invece, non si può che fare ipotesi. Certo l'entusiasmo è poco, e se si pensa ai costi di manutenzione e tenuta in opera che una struttura simile porta con sé, è facile comprendere come solo un ricavo adeguato, permesso dalla vendita continuata di biglietti e abbonamenti possa garantire la durata del progetto nel tempo. «Molto dipenderà dalla Regione - continua Perrone - perché se Minervini dovesse mantenere le promesse fatte a Lecce e a Bari, i rimborsi chilometrici dovrebbero darci un grosso aiuto».
Sabato 3 dicembre 2011
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