di Caterina Sabato
LECCE | In merito alle polemiche scoppiate dopo che il Codacons di Lecce ha intentato, a nome di cinque cittadini salentini, una causa contro la Regione Puglia, l’avvocato Massimo Todisco, legale della causa, ha ritenuto giusto chiarire alcuni importanti punti. Ma andiamo per ordine.
Nel periodo tra gennaio e marzo di quest’anno cinque persone, malate di tumore, si sono viste costrette a rivolgersi ad uno studio sanitario privato per fare un esame con la Pet-Tac. Presso lo studio Calabrese di Cavallino al quale si sono rivolte hanno dovuto sborsare dai 600 ai mille euro. Tutto questo per un servizio che dovrebbe essere garantito dal sistema sanitario pubblico. La Pet-Tac è un metodo non invasivo di diagnosi per immagini, fondamentale in oncologia perché consente di effettuare analisi molto precise e precoci e permette di individuare le metastasi e la loro collocazione ad uno stadio primitivo.
Nella giornata di ieri, il presidente della Regione Puglia, Nichi Vendola, avrebbe dovuto sostenere un interrogatorio dal Giudice di Pace di Lecce, Luigi Piro, ma per impegni istituzionali ha saltato la seduta. Sugli organi di stampa sono poi apparsi diversi interventi che per l’avvocato Todisco sminuiscono l’importanza e la gravità della questione. Si riferisce a quanto dichiarato da Tommaso Fiore, assessore alla salute della Regione Puglia: «È veramente imbarazzante che un giudice di pace intervenga in modo così determinato in una vicenda che riguarda esclusivamente i rapporti contrattuali tra la Regione Puglia e un imprenditore privato». Replica Todisco: «La causa intentata da alcuni cittadini salentini, uno dei quali è deceduto, non riguarda, non ha mai riguardato e mai riguarderà il rapporto tra la Regione Puglia ed il Centro diagnostico Calabrese o altro centro clinico della Provincia di Lecce. È imbarazzante che un assessore non conosca le vicende che poi commenta sulla stampa. La causa attiene al risarcimento del danno subito da alcuni cittadini e richiesto alla Regione Puglia in quanto soggetto giuridico responsabile delle prestazioni sanitarie». Il Codacons vuole soltanto difendere i legittimi diritti degli utenti che si sono sentiti danneggiati.
Ma le polemiche non sono di certo finite qui. Nicola Colaianni, coordinatore dell’Avvocatura Regionale, ha dichiarato che i 5 malati oncologici in questione potevano tranquillamente rivolgersi al «Perrino» di Brindisi dove è in funzione la Pet-tac. Todisco spiega: «I miei assistiti non potevano sottoporsi alle lunghe liste d’attesa dell'ospedale di Brindisi. Ma la questione è un’altra: ovvero che in provincia di Lecce non c’è una struttura sanitaria pubblica che garantisca il servizio Pec-Tac ma questo lo assicura solo una azienda privata. Noi stiamo difendendo degli utenti, la causa è limitata ad una tutela dei diritti dei malati e non ha e non vuole avere risvolti di tipo politico – e conclude – da molto fastidio che la vicenda sia stata strumentalizzata e che si pensi alle polemiche e si perdano di vista i danni causati a queste persone».
L’udienza alla quale Vendola non si è presentato, inviando al suo posto la funzionaria della Regione Rossella Caccavo, è stata rimandata dal giudice di pace, su richiesta di Todisco, al 23 novembre. L’avvocato ha infatti spiegato che per legge l’interrogatorio, che per sua natura ha il carattere della soggettività, non può essere delegato a terze persone.
Venerdì 28 ottobre 2011
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