di Barbara Melgiovanni
LECCE | È la notizia che impazza nelle ultime ore: la Dia di Lecce rischierebbe la chiusura. Ma l'ex sottosegretario agli Interni Alfredo Mantovano smentisce: «Non solo per aver ricoperto fino a qualche giorno fa l'incarico di sottosegretario dell'Interno, ma anche per una verifica (per mero scrupolo) personalmente e direttamente effettuata nelle ultime ore, escludo nel modo più assoluto l'ipotesi che la sezione Dia di Lecce possa essere chiusa». Ma quanto ci sarebbe di realmente concreto in questo allarme?
MANCANO I FONDI | Più che un rischio, secondo il procuratore capo Cataldo Motta, sarebbe una certezza. Motta ne ha parlato nella conferenza stampa dell’altro ieri sugli undici arresti dell’operazione Berat II, spiegando perché si stia concretamente profilando la possibilità di dover a breve fare a meno della Dia: «Non ci sono più fondi», spiega Motta. «È una realtà triste, ma è la realtà con cui dobbiamo fare i conti. Purtroppo i tagli stanno investendo indiscriminatamente anche gli strumenti per colpire i patrimoni dei malavitosi».
L’ANALISI POLITICA | Teresa Bellanova, deputato Pd non si sentirebbe rassicurata granché dalle parole di Alfredo Mantovano: «È passato solo un mese dalla presentazione della mia interrogazione: in quell’occasione, a stretto giro, arrivò il telegramma perentorio di Mantovano: «Non esiste alcuna ipotesi di chiusura della Dia di Lecce». Il dato di fatto è che tra le strutture maggiormente penalizzate dal governo di cui Mantovano faceva parte, figura la Dia. Ma, nonostante la riduzione di fondi e grazie alla professionalità degli operatori Dia, sono in aumento i risultati conseguiti. L’auspicio è che il nuovo governo possa invertire la rotta».
«UN TORTO PER IL SALENTO» | Sulla stessa lunghezza d’onda Paolo Pagliaro, presidente del movimento Regione Salento: «La Dia leccese ha una storia di grande prestigio in questa terra e l’ipotesi di vederla accorpata a Bari sarebbe un torto enorme per il Salento. Il diritto alla sicurezza di ogni cittadino onesto va nella direzione esattamente contraria a quella della centralizzazione».
«L'ULTIMO ATTO DI UN LENTO PROCESSO» | Per il consigliere regionale Antonio Buccoliero la soppressione della Dia sarebbe il frutto del mancato riconoscimento della Regione Salento: «E’ soltanto l’ultimo atto di un lento processo di smobilitazione a cui assistiamo. Prima della Dia, la soppressione di numerosi collegamenti ferroviari con le località del Nord, la mancata previsione dell’Alta Velocità e della Alta Capacità, l’accorpamento della soprintendenza a Bari, l’autostrada che si ferma a Bari, il tentativo di sottrarci la scuola dell’Aereonautica militare a Taranto, la paventata soppressione del nucleo sommozzatori dei vigili del fuoco di Brindisi e potremmo continuare in un elenco che non finirebbe mai. Non posso credere – conclude Buccoliero – che risultati così importanti possano venir meno per mere necessità economiche e finanziarie».
«GIÙ LE MANI DALLA DIA DI LECCE» | Più accorati i toni del capogruppo regionale Pdl Rocco Palese, secondo il quale, al contrario la Dia andrebbe potenziata e non eliminata. «Giù le mani dalla Dia di Lecce – denuncia- e su questo rivolgiamo un appello a tutti i parlamentari salentini di centrodestra e centrosinistra, affinchè il nostro territorio e i nostri magistrati antimafia non perdano uno strumento investigativo indispensabile per la lotta alla criminalità organizzata nel distretto di Lecce, Brindisi e Taranto». Un momento delicato quello che stanno registrando i nostri politici, nel quale sembrerebbe essersi risollevata la criminalità nel Salento; a tal proposito conclude Palese: «Noi ci auguriamo che il governo Monti mantenga le promesse e gli intenti del nostro governo e, quindi, non proceda allo smantellamento della Direzione Investigativa Antimafia di Lecce».
Mercoledì 23 novembre 2011
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