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Lecce | Telefonata anonima al comando provinciale dei carabinieri di lecce per segnalarla

Bomba incendiaria al fosforo bianco trovata
a San Cataldo. L'ha portata in riva il mare

L'artificiere ha posto in sicurezza l'ordigno in attesa di distruggerlo

Redazione Online

LECCE | Nella mattinata di oggi un singolare ritrovamento è stato segnalato ai carabinieri del comando provinciale di Lecce: una persona che ha voluto restare anonima, ha infatti telefonato alla centrale riferendo di aver rinvenuto sulla spiaggia di San Cataldo, un scatola metallica di natura palesemente militare, trasportata a riva dalle onde del mare. La natura dell'oggetto è stata poi accertata dagli specialisti, intervenuti sul posto con lo scopo di mettere in condizioni di sicurezza l'ordigno bellico.

PRODUZIONE ITALIANA | Non si tratta di una delle tante bombe o munizioni datate all'epoca della seconda guerra mondiale, che il mare ci restituisce durante le mareggiate. Bensì una bomba incendiario al fosforo con base quadrata e lunga poco più di 50 centimetri, di produzione italiana, appartenente alla tipologia in dotazione delle forze militari della Nato. Probabilmente sganciata da un aereo o da una nave durante le esercitazioni, o in seguito a qualche missione tenuta nelle aree del mediterraneo o in quelle immediatamente attigue. Sebbene il fosforo bianco contenuto all'interno di questo tipo di ordigni sia per effetti assimilabile ad un'arma chimica, la Convenzione sulle armi chimiche non la classifica come tale.

FOSFORO BIANCO | In effetti l'utilizzo che tali norme prevedono per questo genere di congegno è l'illuminazione strategica, effettuata con lo scopo di spaventare il nemico, o permettere alle truppe di nascondersi, e come cortina fumogena, per consentire la ritirata o impedire l'avanzo dell'avversario. Il fosforo bianco, la forma meno stabile della sostanza, ha la proprietà di generare calore a contatto con l'aria e iniziare a bruciare una volta giunto alla temperatura di soli 40 gradi, generando luce e fumo, ma soprattutto è notevole la sua reazione con l'acqua, sostanza di cui sono ricchi i tessuti biologici, a contatto della quale sprigiona acido fosforico, in grado di produrre ustioni molto gravi e dolorose, fino alla totale distruzione dei tessuti molli.

NEUTRALIZZAZIONE DELL'ORDIGNO | I militari del nucleo radiomobile, giunti nei pressi del faro, hanno circoscritto un'area di sicurezza di circa 100 metri attorno, necessaria per il tranquillo svolgimento delle operazioni di neutralizzazione della bomba, mentre l'artificiere ha proceduto con la messa in sicurezza del dispositivo, in vista della distruzione che avverrà in un secondo momento. Questo perchè nonostante la pericolosità, l'oggetto necessita di uno specifico elemento di innesco per operare.

Martedì 1 novembre 2011

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