Redazione Online
GALLIPOLI | È stata denominata «Black out» l'operazione che ha consentito alla guardia di finanza di Gallipoli di smascherare una rete pirata par la diffusione di programmi audiovisivi satellitari pay per view. I primi sospetti che hanno dato seguito alle indagini riguardavano l'incongruenza tra l'utilizzo radicato e diffuso della piattaforma satellitare e l'esiguo numero di abbonamenti sottoscritti dai cittadini per usufruire della pay per view.
CARD SHARING E DECODER MODIFICATI | Una serrata attività di controllo sul territorio, quella eseguita dai militari gallipolini, che ha condotto ad accertare l'esistenza di un server pirata della cui gestione si occupava un 35enne del posto. L'uomo aveva creato una vera e propria centrale di decodifica mediante la quale garantiva agli utenti la visione di tutti i programmi satellitari. Un servizio completo offerto dal pirata informatico che non solo forniva il decoder, ma si preoccupava di modificarlo, montarlo, installarlo a domicilio rendendo possibile la visione dei pacchetti «Sky Italia» attraverso il sistema definito nel gergo tecnico card sharing. Letteralmente il termine si traduce con l'espressione «condivisione di carte» indicando la possibilità, data a più utenti connessi nello stesso momento, di condividere una o più smart card della tv satellitare attreverso internet. Il principio si basa sul vantaggio che deriva dalla sottoscrizione regolare di un unico abbonamento che in realtà, grazie al card sharing, può essere utilizzato da più persone grazie a decoder appositamente modificati e senza contratto, collegati in rete. Per realizzare il sistema è necessaria l'esistenza di un card server provvisto di connessione ad internet e di un regolare contratto ad una o più aziende sul mercato a cui sono connesse le smart card delle tv satellitari e i client ovvero i decoder che hanno subito la modifica. La smart card è presente solo nel server centrale che decodificando i segnali d'accesso criptati, ricevuti continuamente, è in grado di trasferire le immagini sui decoder client mediante un meccanismo che consente di emulare la presenza di una smart card reale di cui in realtà i client non dispongono, riuscendo pertanto ad usufruire abusivamente della pay per view.
UNA POSTAZIONE PER DECODIFICARE I CODICI IN CASA | Individuato il responsabile i militari hanno proceduto, su disposizione del procuratore di Lecce, Francesca Miglietta, alla perquisizione domiciliare mediante la quale è stato possibile rinvenire nell'abitazione dell'hacker computer, schede telematiche, modem, decoder, cavi di connessione ad internet ed una serie di congegni complementari utilizzati sia del gestore dell'attività illecita che dei suoi clienti. Al momento dell'irruzione i finanzieri hanno potuto assistere al funzionamento concreto del sistema di pirateria informatica, in piena attività: due smart card, una di scorta in caso di surriscaldamento, al fine di garantire un servizio continuo ed efficiente, erano inserite nelle slot e connesse ad un ruoter collegato alla linea Adsl e ad un decoder modificato. Tra gli attrezzi del mestiere figuravano nella stanza adibita a «postazione di decodificazione» un hard disk esterno, 30 cd/dvd sui quali erano stati salvati i programmi di decriptazione, due computer portatile ed alcune smart card programmabili. Nell'ambito delle attività di controllo volte a smascherare la truffa informatica, sono stati denunciati alla procura della Repubblica 5 soggetti accusati di reati di detenzione e diffusione abusiva di codici di accesso a sistemi informatici e telematici nonché di installazione ed utilizzo di apparati atti alla decodificazione di trasmissioni audiovisive satellitari ad accesso condizionato in forma digitale.
Giovedì 1 dicembre 2011
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