Lecce | tre gli uomini a capo dell'organizzazione: Fantastico, Scardicchio e Durante

Operazione «Shylock»: sei le condanne con

rito abbreviato nel processo per usura

Il gruppo accusato di associazione per delinquere finalizzata all’usura, all’estorsione, all’esercizio abusivo di attività finanziaria e al riciclaggio, aveva molteplici connessioni con la Scu

di Valentina Castelli

LECCE | Sentenza definitiva per gli otto imputati che hanno scelto il rito abbreviato all'interno del processo nato dall’operazione «Shylock», dal celebre nome dell’usuraio de «Il Mercante di Venezia» di Shakespeare. Si tratta di un indagine che nel luglio 2010 permise agli uomini del comando provinciale di Lecce, guidati dal capitano Biagio Marro, di chiudere le manette intorno ai polsi di 19 persone, di cui una finita agli arresti domiciliari, nell'area compresa fra Surbo, Trepuzzi, Lequile, Nardò e Lecce. L'accusa contestata quella di associazione per delinquere finalizzata all’usura, all’estorsione, all’esercizio abusivo di attività finanziaria e al riciclaggio. Le ordinanze di custodia cautelare emesse dal giudice per le indagini preliminari Maurizio Saso arrivarono in un caso fino in provincia di Bologna. Nello stesso contesto furono denunciate 6 persone a piede libero, 3 delle quali devono rispondere all’accusa di favoreggiamento, perché hanno sempre negato di essere vittime degli usurai nonostante le prove schiaccianti delle indagini investigative.

LE RICHIESTE AVANZATE DAL PUBBLICO MINISTERO | Il pubblico ministero Alessio Coccioli ha chiesto 9 e 6 anni piu 4mila euro di multa per Francesco Fantastico e Alfredo Scardicchio, ritenuti i capi e gli organizzatori di questa operazione. Per i restanti l’accusa ha chiesto per Alessio Perrone 6 anni e 4mila euro di multa; per Marcella Perrone e Daniela Scardicchio 4 anni e 9mila euro di multa; per Mario Scardicchio 3 anni e 4 mesi più 3.400 euro di multa (escluso dal reato di associazione). Chiesta l’assoluzione perché il reato non sussiste per Caterina Fantastico e Vito Scardicchio. Gli altri 14 hanno scelto invece di presentarsi successivamente per essere giudicati con rito ordinario davanti ai giudici della prima sezione penale del tribunale di Lecce.

LE CONDANNE INFLITTE DAL GIUDICE | Oggi è stata emessa la sentenza definitiva da parte del giudice per le indagini preliminari Antonia Martalò che ha condannato Alfredo Scardicchio a 7 anni di reclusione e 3mila euro di multa (al quale gli è stata riconosciuta l'attenuante per aver collaborato con la giustizia), Fantastico a 7 anni e 4 mesi più 2mila 400 euro di multa, Alessio Perrone a 5 anni più 1.400 euro di multa, Marcella Perrone a 3 anni e 4 mesi più 5mila euro di multa, Daniela Scardicchio a 3 anni e 4mila euro di multa, Mario Scardicchio a 2 anni e 3mila 400 euro di multa. Caterina Fantastico e Vito Scardicchio sono stati assolti perché il fatto non costituisce reato.

I PRIMI PASSI DELL'INDAGINE | L’indagine ha preso le mosse da una denuncia, partita nel febbraio 2009, da parte di un imprenditore di Trepuzzi operante nel settore vendita di apparecchiature e consulenze in ambito informatico. Intercettazioni telefoniche, indagini bancarie, consulenze finanziarie: l’inchiesta coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia di Lecce, guidata dal procuratore generale Cataldo Motta e dal sostituto Alessio Coccioli, ha portato alla scoperta di sei canali usurai con contatti che comprendevano personaggi di spicco della Sacra corona unita. Una decina le vittime, fra i quali tre imprenditori e un impiegato.

INTERESSI FINO AL 300 PER CENTO | L'attività investigativa ha dimostrato come al vertice dell’associazione, inizialmente, ci fossero tre uomini: Fantastico, Scardicchio e Luigi Durante. Quest’ultimo prestava soldi alle vittime usando come copertura la finanziaria Fin.Co. di Nardò, di cui risultava essere uno dei proprietari. Tra i sistemi utilizzati quello del cambio di assegno post-datato che permetteva un tasso d’interesse del 120 per cento annui, e che poteva, in alcuni casi, raggiungere anche il 300 per cento. Le vittime, imprenditori in crisi economica, erano costretti dall’organizzazione a sottoscrivere prestiti da società finanziarie esterne attraverso la comunicazione di dati falsi, al fine di pagare con il denaro ottenuto gli usurai.

LA PENA INFINITA DI CHI NON PUÒ PAGARE | Chi non pagava o non riusciva a pagare veniva minacciato da personaggi come Persano e Lacirignola esponenti del clan Cerfeda, già condannati per associazione mafiosa e collegati alla Sacra corona unita. Ad aiutarli nel recupero del credito anche Alessio Perrone, figlio di Antonio Perrone capo della sacra corona unita e autore del libro «Fine pena mai». La vittima inadempiente oltre a essere percossa veniva minacciata di morte. Arrestato anche Luigi Cinquepalmi, l’autista del sindaco di Trepuzzi. Durante le indagini furono sequestrate beni mobili ed immobili, due abitazioni a Trepuzzi e Marittima di Diso, un terreno in località Spiaggiabella, un auto di grossa cilindrata e dei conti correnti bancari per un valore complessivo di 1milione di euro.

Mercoledì 30 novembre 2011