Lecce | Per quattro giorni niente udienze a palazzo di giustizia per il fermo degli avvocati
Non sono buone le prospettive del nuovo governo di Mario Monti Gli avvocati lamentano che penserà a far quadrare i conti, a discapito della libera professione. Tanto che quella d'avvocato, a Lecce come in Italia, è destinata a trasformarsi e ad assumere un'impronta imprenditoriale
di Valentina Castelli
LECCE | Da oggi e per i prossimi quattro giorni, in tutta Italia, i processi penali non si terranno a causa di uno sciopero da parte degli avvocati penalisti, che prevede un’astensione da tutte le udienze e da ogni tipo di attività giudiziaria per l’intera settimana. L’Unione delle Camere penali ha indetto lo sciopero per poter garantire un migliore rispetto per il protocollo penale e soprattutto maggiore rispetto per la figura dell’avvocato. «È in corso un grave attacco alla funzione difensiva», sostiene l’Unione. «Gli avvocati sollecitano l’approvazione, senza stravolgimenti, della riforma forense e la ripresa del dibattito sulla riforma costituzionale della giustizia».
CONTRO LA LEGGE DI STABILITÀ | Questo sciopero è legato soprattutto all’ultima legge di stabilità. Una legge, spiega l’avvocato Piergiorgio Provenzano, «che penalizza in maniera evidente non solo gli avvocati, ma ogni libero professionista». Inoltre, spiega ancora l’avvocato Provenzano, «si vuole introdurre in Italia una sorta di società professionale, sullo stesso modello degli Stati Uniti d’America, ossia si dà la possibilità ad eventuali investitori di comprare uno studio e assumere degli avvocati che possano lavorare per loro, venendo, quindi, a mancare la libera professione».
Giusto o non giusto che sia, Provenzano ritiene che i costi verrebbero così ad aumentare: «È vergognoso che in Italia si sia voluto aumentare se non raddoppiare il contributo unificato sia in Cassazione sia in Corte d’Appello. – sottolinea – Viene a mancare il rispetto nei confronti del libero cittadino perché in questo modo i cittadini difficilmente si rivolgeranno a un avvocato a causa delle somme ingenti che vengono richieste per il pagamento dei vari bolli prima ancora dell’inizio di una causa». Il problema, secondo Provenzano, non è solo di costi dei procedimenti giudiziari, ma anche della loro durata. Tempi lunghi non aiutano i cittadini ad ottenere giustizia: «La legge dovrebbe soffermarsi di più sui tempi lunghissimi richiesti sia per i processi civili sia per quelli penali, con un evidente danno sia alle tasche del cittadino sia al lavoro dell’avvocato».
L’avvocato Francesca Conte, penalista, sullo stesso argomento: «Tutte le nostre richieste fatte in questi anni sono rimaste inespresse. Non ci si vuole sedere per cambiare il sistema giudiziario che è al collasso. Il governo appena deceduto non ha saputo per nulla rispondere a quelle che erano le sue esigenze, tantomeno le ha voluto migliorare. Ora ci si chiede che cosa aspettarsi da questo governo provvisorio, visto la sua dichiarata intenzione di dare priorità alla crisi economica. D’altronde, come potergli dare torto?» Intanto, domani mattina, si terrà l’assemblea straordinaria della Camera penale, che spiegherà e approfondirà i motivi di questa astensione. L’assemblea è aperta a tutti.
Lunedì 14 novembre 2011