Maglie | due cacciaviti, un taglierino, un cutter e un bastone lungo 73cm nell'auto

Processo per direttissima ex Enel di Maglie

Condanna con pena sospesa per i 2 ragazzi

Dicevano di dover incontrare delle ragazze, ma avevano le mani sporche e tutta l'attrezzatura per prelevare e portar via il rame dai cavi elettrici

di Valentina Castelli

MAGLIE | Condanna con pena sospesa per i due ragazzi di Casarano, sorpresi tre giorni fa dai carabinieri del Norm della compagnia di Maglie a portare via alcuni cavi di rame dall'ex stabilimento Enel. Il risultato del processo per direttissima di oggi è stata una pena di 10 mesi per Davide Marsigliante, 32enne, contadino, e di 12 mesi per Antonio Valentino, 31enne, disoccupato.

LA STORIA | Tutto ha avuto inizio domenica notte quando i giovani si sono intrufolati nello stabile appartenuto in passato alla compagnia elettrica nazionale per portare via i cavi di rame. Quando i militari si sono resi conto della presenza dei due all’interno dell'edificio si sono avvicinati per i dovuti controlli. Hanno richiesto, quindi, i rispettivi documenti d’identità, di cui i ragazzi sono risultati sprovvisti. Dopo una serie di domande è emerso che i giovani fossero stati accompagnati a Maglie da un loro amico per incontrare due ragazze. Ma gli inquirenti hanno subito inteso che ci fosse qualcosa di sospetto, confermato dall’evidente stato di nervosismo dei due amici e delle loro mani sporche, così hanno proceduto con le perquisizioni personali. Nella tasca destra del pantalone del contadino è stato ritrovato il mazzo di chiavi di un’Opel Corsa, rinvenuta nei paraggi dello stabile, e nella quale sono stati trovati gli arnesi usati per il furto: due cacciaviti, un taglierino, un cutter, un bastone lungo 73cm ed un cavo elettrico della lunghezza di un metro con del filo di rame al suo interno.

DUE ROTOLI DI FILO DI RAME | La perquisizione è stata fatta anche all’interno dello stabile dove sono stati rinvenuti due rotoli di filo di rame estratto dai tombini presenti nel terreno e tagliati, un piede di porco, alcuni cavi elettrici, un tagliacavi. Il tutto sistemato accanto ai fili di rame obiettivo del furto. Questo è bastato agli inquirenti per compromettere l’innocenza dei due giovani e arrestarli, conducendoli presso il carcere di borgo San Nicola, e sequestrare tutto il materiale, compresa l’autovettura sprovvista di assicurazione. La sentenza è stata emessa dal giudice monocratico Pasquale Sansonetti, mentre l’accusa era rappresentata dal pubblico ministero Paola Guglielmi. I due erano rappresentati dall’avvocato Roberto Aldo Bray.

Giovedì 10 novembre 2011