Palmariggi | Le indagini sono iniziate nel 2006 dopo le morti per overdose da eroina

«Non Stop» e «Nascondino», nella Corte d'Appello dopo la richiesta di assoluzione

Il 16 novembre 2010 la Prima sezione del Tribunale di Lecce aveva emesso una pesante condanna nei confronti di Strummiello, Mariano e dei loro sette subordinati coinvolti nello spaccio di stupefacenti

di Valentina Castelli

La Corte d'Appello
La Corte d'Appello

LECCE | Si è riaperto questa mattina il processo in Corte d’Appello nei confronti dei condannati dell’operazione «Nascondino» e «Non Stop». Il 16 novembre 2010 la Prima sezione del Tribunale di Lecce presieduta dal giudice Carlo Cazzella aveva emesso una condanna molto pesante nei confronti di Giuseppe Strummiello, 42 anni, di Palmariggi, soprannominato «Giò» e ritenuto il capo per eccellenza dell’operazione «Non Stop». Strummiello era stato condannato precedentemente a 26 anni e 6 mesi di reclusione. L’accusa rappresentata dal pubblico ministero Maria Cristina Rizzo ne aveva chiesti 30, a seguire fu la condanna di 17 anni e un mese di Graziano Mariano ritenuto altra figura importante nell’organizzazione di traffico di stupefacenti dell’operazione «Nascondino». Pesanti anche le altre condanne per i subordinati di Strummiello e Mariano: Giovanni Greco, 13 anni e 10 mesi; Paolo Vadrucci, 11 anni e 4 mesi; Francesco Marco Amato, 11 anni e 2 mesi; Palmiro Calò, 11 anni; Alfredo Ruggieri, 10 anni e 9 mesi e Davide De Giuseppe, 10 anni e 4 mesi. L’unico assente era Sandro Nuzzo, 31enne, perché è riuscito a sottrarsi dal mandato di cattura trasmesso in Svizzera dove abitava, l’accusa aveva chiesto «solo» 2 anni per spaccio di stupefacenti.

NON STOP | I condannati facevano parte di due grandi operazioni che si occupavano di vendita, trasporto e acquisto di sostanze stupefacenti, in particolare eroina. La prima, chiamata «Non stop», era capeggiata da Strummiello, capace di distogliere i carabinieri da ogni tipo di indagine grazie alla capacità di sostituire velocemente i pusher, di cambiare le sim card e riferire ai propri clienti il cambio di luogo dello spaccio. L’operazione fu chiamata «non stop» perché non si fermavano mai all’alt dato loro dai Carabinieri. L’organizzazione per l’approvvigionamento della droga aveva due reti, una leccese l’altra brindisina. L’organizzazione si sciolse nel 2005 dopo l’arresto di Strummiello.

NASCOSTA NEI MURETTI A SECCO | Gli altri condannati fanno parte di una seconda operazione denominata «Nascondino», perché la droga veniva nascosta nei muretti a secco delle campagne tra Giurdignano e Palmariggi. Le indagini che hanno portato alla scoperta e scioglimento di questa operazione ebbero inizio nel 2006 dove tre persone morirono di overdose, morte provocata da un tipo di eroina che può essere tagliata male o essere troppo pura. Fu l’analisi della sim dell’ultima vittima a portare gli inquirenti a capire quale complessa rete di fornitori si nascondesse dietro questa operazione. Solo dopo un anno, ossia nel 2007, di osservazioni e intercettazioni ambientali si sono avuti i primi arresti e lo smantellamento di uno dei gruppi specializzati nei traffici di droga del sud Salento.

IN CORTE D'APPELLO | Ma ecco che oggi gli otto imputati hanno chiesto alla Corte d’Appello tramite i loro avvocati la piena assoluzione da tutti i reati e quindi dalla condanna data loro dalla sentenza della Prima sezione del Tribunale di Lecce nel 2010. L’avvocato Sandra Cesari che rappresenta in aula Strummiello nella prima udienza che si avrà il 18 novembre contesterà non solo la condanna di 26 anni e 6 mesi, ma anche il ruolo verticistico del suo assistito, ossia di capo assoluto di uno dei più grandi gruppi di traffico di stupefacenti del Salento.

Mercoledì 9 novembre 2011