Gallipoli | Aveva conosciuto la donna nel negozio di fiori gestito dalla figlia
I genitori scoprono la verità trovando per caso alcuni preservativi nelle tasche dei pantaloni della giovane. Oltre al carcere, il 65enne dovrà pagare un risarcimento di 70mila euro per danni morali e materiali
di Valentina Castelli
GALLIPOLI | Una di quelle storie di cui non si vorrebbe mai venire a conoscenza, né dover raccontare, una vicenda triste e allo stesso tempo abominevole. Il giudice ha condannato Luigi Natali, 65enne gallipolino e proprietario di una ditta di pompe funebri, a 7 anni e mezzo di reclusione per aver violentato ripetutamente, per un periodo di circa due anni, una ragazza con gravi problemi psichici, adesso 35enne.
IL NEGOZIO DI FIORI | La ragazza ha conosciuto Natali nel 2004, all'interno del negozio di fiori gestito dalla figlia dell'uomo, e dopo un periodo di frequentazione relativamente tranquillo in cui il 65enne è riuscito a conquistare la fiducia dell'allora 29enne, l'uomo ha ben presto iniziato ad abusare della condizione della giovane, fino alla violenza carnale. Gli abusi sono perdurati fino al 2006, quando il padre della vittima, dopo aver trovato dei preservativi nelle tasche del pantalone di sua figlia, ha esposto denuncia al commissariato di Gallipoli. Un ritrovamento strano visto lo stato della ragazza, tanto da allarmare i genitori e spingerli a chiedere delle spiegazioni. Ma i chiarimenti che sono seguiti, purtroppo, hanno condotto ad una ben cruda e amara verità. Subito sono state avviate le indagini congiunte da parte della polizia e della Procura.
LA PORTAVA IN CAMPAGNA | Il giudice dell’indagini preliminari Annalisa De Benedictis aveva rinviato a giudizio Natali davanti al tribunale di Lecce, con l’accusa di violenza sessuale, minacce aggravate e sequestro di persona, accuse motivate dall'abitudine dell’uomo di trascinare la ragazza anche fuori dal negozio per violentarla, conducendola a bordo della sua auto in remote zone di campagna, dove poteva agire indisturbato. Stamattina l’uomo è stato condannato a una pena di 7 anni e mezzo, e ad un risarcimento per danni morale e materiali che ammonta a 70mila euro. La sentenza è stata emessa dal giudice della prima sezione penale Stefano Sernia. Il pubblico ministero Francesca Miglietta, successo al sostituto procuratore Maria Cristina Rizzo all'interno dell'inchiesta aveva chiesto una condanna di 8 anni, inoltre ha chiesto la trasmissione degli atti in Procura per falsa testimonianza da parte della figlia dell’imputato. L’uomo è stato difeso dagli avvocati Speranza Faenza e Carmine De Paolis. La famiglia della ragazza si è costituita parte civile ed è stata rappresentata dall’avvocato Franco Orlando del foro di Nardò.
Mercoledì 9 novembre 2011