Maglie | c'è Anche un ex chierichetto della parrocchia fra i responsabili del furto
Un bottino di circa 30mila euro destinato a confluire nel mercato del collezionismo illegale, ma l'odore di metallo bruciato li tradisce. Il parroco ha chiesto di poter svolgere una cerimonia ufficiale in presenza dei carabinieri in uniforme per celebrarne la restituzione
di Barbara Melgiovanni
MAGLIE | Una moltitudine di preziosi manufatti in oro, in grado di evocare nella mente il set del film «Indiana Jones e l'ultima crociata», fra cui crocifissi elaborati, grossi calici e poi piatti, vasi, candelieri e una varietà di simboli religiosi. L’idea del singolare furto sarebbe partita dal più giovane del gruppetto, in passato chierichetto presso la Chiesa presa di mira, il quale ha riferito durante le interrogazioni dei carabinieri di essere a conoscenza del materiale contenuto nella cassaforte e del suo valore.
LE PRIME INDAGINI | La vicenda ha avuto inizio ieri, dopo la denuncia da parte del parroco don Antonio di un furto che ha colpito la chiesa del Sacro Cuore di Maglie. Immediatamente sono iniziate le indagini, condotte dal Nucleo Operativo della Compagnia di Maglie. I carabinieri avevano da un po' di tempo convogliato l’attenzione verso alcuni soggetti che già in precedenza si erano macchiati di reati contro il patrimonio e violenza, cominciando il monitoraggio di un’abitazione rurale sita in una zona disabitata sulla Maglie-Gallipoli. Ad insospettirli la presenza di una luce accesa e di un forte odore di residui ferrosi bruciati, che poi si scoprirà essere della cassaforte che conteneva il bottino, forzata con un flessibile. In manette sono finiti P. E., 50 anni, S.D., 27 e L.P., 21enne, tutti e tre residenti a Maglie e già noti alle forze dell’ordine. Si ipotizza, in attesa di ulteriori accertamenti che possano confermare la teoria, che ci sia una quarta persona coinvolta.
ODORE DI FERRO BRUCIATO | A convincere i militari che la loro presenza nel luogo fosse ben giustificata, il rinvenimento della cassaforte all’interno dell’abitazione, nascosta dietro ad un muretto, del flessibile utilizzato per aprirla e di un furgone, che molto probabilmente era stato usato per il trasporto della stessa. La forte luce esterna accesa in una casa non abitata normalmente e il forte odore di bruciato hanno attratto la loro attenzione, perché facevano presumere la presenza di un'attività notturna di qualche tipo.
I carabinieri hanno aspettato nascosti in un boschetto e sono quindi intervenuti nel momento in cui due soggetti sono entrati in casa, avvicinandosi alla cassaforte, verosimilmente per dividere la merce rubata ed evitare che la somma di denaro potesse essere trovata addosso ad una sola persona, destando sospetti. La merce era tutta all’interno della cassaforte mentre circa 6mila euro (che dovevano servire a don Antonio per la ristrutturazione di un campo di calcetto) sono stati ritrovati successivamente, in parte su uno dei due soggetti arrivati nella casa.
IL MERCATO DEL COLLEZIONISMO | Le indagine sono tuttora in corso per verificare la partecipazione di altri soggetti al furto. I 3 soggetti sono stati denunciati. Il parroco si è detto soddisfatto del ritrovamento e per dimostrare la sua gratitudine domani ha chiesto di poter svolgere una cerimonia simbolica per la consegna del materiale, con la presenza dei militari in uniforme, dopo la consueta funzione domenicale delle 9,30. L’episodio s’inserisce all’interno di un mercato fiorente di collezionisti e antiquari che tratterebbero esclusivamente questi oggetti: il crocefisso ammonta, infatti, intorno ai 5 mila euro di valore, il calice attorno ai 2500; numerose le reliquie dei martiri d’Otranto e Santa Rita, per un valore complessivo che si aggira intorno ai 30 mila euro.
Sabato 5 novembre 2011