Lecce | i lavoratori impugnano il testo di Un piano sociale annunciato e mai onorato
«Dopo il danno la beffa», sit-in davanti alla prefettura per farsi ascoltare
LECCE | Si aggrava la posizione dei 20 ex dipendenti della manifattura tabacchi-Bat di Lecce. Il caso ha avuto inizio nel settembre 2010, quando l'azienda ha dato comunicazione dell'imminente chiusura dello stabilimento, avanzando la proposta di un piano sociale, per attutire il colpo che la perdita del lavoro avrebbe avuto sulle famiglie degli allora dipendenti, e su tutto il territorio, già provato profondamente dalla difficile congiuntura economica.
Tale decisione ha mostrato da subito il suo carattere di doppiogioco, volto ad assicurarsi la conquista di nuovi vantaggi economici, al punto da attirarsi un coro di critiche da più parti. Lo stesso piano sociale, non è andato più in là della sua dichiarazione iniziale, restando disatteso in più punti. L'esplicito impegno di una ricollocazione previdenziale dei lavoratori nel quadro degli enti pubblici Inpdap, non è stato rispettato. Né è più un opzione plausibile, nell'ottica di un futuro reinserimento nella nuova azienda che dovrebbe riassorbirli, soprattutto considerato che il processo industriale in corso li vede a carico della previdenza privata Inps. E neppure il punto della riqualificazione professionale è stato tenuto nella dovuta considerazione, nonostante il suo ruolo sia critico nella prospettiva di ridurre al minimo il disagio della riconversione del personale.
LA BEFFA | Ma il punto più pesante su cui insiste la denuncia della Flai Cgil è quello della ricongiunzione contributiva. «Al danno si aggiunge la beffa, i lavoratori ex Aams sarebbero costretti a sostenere i costi della ricongiunzione contributiva negli enti di previdenza ai fini pensionistici, che per effetto delle novità introdotte dall'attuale governo attraverso la Legge n.122/2010, a partire dal 1° luglio 2010, è onerosa» afferma il segretario generale della Flai Cgil, Antonio Gagliardi, che subito aggiunge «Da una nostra prima ricognizione il costo di tale operazione, per singolo lavoratore, si aggirerebbe tra i 90mila e i 120mila euro a loro totale carico»
INCONTRO A ROMA, SIT-IN A LECCE | Una situazione difficile e particolarmente penosa per i lavoratori, che sperano di ottenere delle risposte da parte del comparto dirigenziale, durante l'incontro fissato per il 4 Novembre che li vedrà presenti presso la sede di Roma della multinazionale. Mentre i tentativi di dialogo procedono, gli ex Aams continuano a manifestare, e per la vigilia dell'incontro della capitale, il 3 novembre, organizzano un sit-in presso la prefettura di Lecce, per ottenere di essere ricevuti dal Prefetto Giuliana Perrotta, per esporre quei punti del piano sociale che non sarebbero stati rispettati. La volontà di portare con fermezza e urgenza l'attenzione sui loro diritti è più che motivata: non c'è altro tempo da perdere. Infatti la data del 31 dicembre, limite oltre il quale la Bat sarà definitivamente fuori dagli accordi, si avvicina. E conclude Gagliardi: «A quella data, qualcuno potrà tirare un sospiro di sollievo con un atteggiamento che non ho difficoltà a definire pilatesco»
Lunedì 31 ottobre 2011