Presicce | per sedare la lite si È reso necessario l'intervento dei carabinieri
Arrestati per violenza, resistenza e lesioni personali a pubblico ufficiale. Dario Ratta, 34enne di Acquarica e Maurizio Zingarello, 40enne di Presicce sono finiti in manette.
TRICASE | Abusò di tre minorenni, due maschietti e una femminuccia. E ora, Paolo Stante, 21enne di Taranto, è finito in manette e dovrà scontare una condanna a quattro anni di reclusione per violenza sessuale aggravata. Nel frattempo (i fatti risalgono al 2008) è stato ospitato in una comunità di Tricase. Il 15 luglio scorso la Corte d’Appello di Taranto ha tolto il condizionale a quelli che erano sospetti a suo carico, avanzati da una madre che in un’occasione aveva visto il figlioletto rivestirsi proprio nell’abitazione di Stante, vicino di casa. Ed è proprio dalle spiegazioni del figlio che si sono saputi i particolari delle violenze subite, raccontati dal piccolo prima a lei e poi ai carabinieri. Le indagini della magistratura hanno portato alla luce altri episodi di molestie, ancora ai danni di minorenni, un maschietto e una bambina, che pure avrebbe importunato.
Stante è finito in manette, a seguito dell’ordine per la carcerazione emesso dall’Ufficio Esecuzioni penali di Taranto, eseguito dai carabinieri della stazione tricasina, che lo hanno condotto nel carcere leccese Borgo San Nicola.
PRESICCE | I carabinieri della stazione locale hanno arrestato Dario Ratta, 34 anni, di Acquarica del Capo, e Maurizio Zingarello, 40 anni, di Presicce, rispettivamente nipote e zio. Sono accusati di violenza e resistenza e lesioni personali nei confronti di un pubblico ufficiale. Zingarello si sarebbe impossessato dell’aratro di Ratta, oggetto del contendere, che avrebbe dato origine a una furiosa lite fra lui e il padre di Ratta, tanto da richiedere l’intervento dei carabinieri. Ma quando i militari sono arrivati, allertati dai parenti dei due arrestati, gli animi anziché placarsi si sono inaspriti maggiormente. Dario Ratta, il figlio che nel frattempo era giunto sul posto, nell’intento di dimenarsi contro lo zio, avrebbe colpito con un pugno uno dei militari che tentava di fermarlo. Zingarello, di contro, avrebbe fatto lo stesso, nel tentativo di arrivare al nipote.
Accompagnati in caserma, grazie all’ausilio di altri familiari coi quali si è riusciti a sedare la lite, sono stati arrestati con le accuse di violenza, resistenza a pubblico ufficiale e lesioni in concorso. Poi, su disposizione del magistrato di turno, Paola Guglielmi, sono stati condotti presso il carcere Borgo San Nicola di Lecce.
Lunedì 22 agosto 2011