Lecce | In Piazza sant'oronzo la sede della protesta. presenti gli stands dei sindacati
Fianco a fianco polizia, vigili del fuoco, guardie penitenziarie e forestali
LECCE | Polizia di Stato e penitenziaria, corpo forestale e vigili del fuoco: tutti in piazza questa mattina per dire un secco no ai tagli del governo: tre miliardi divisi nelle ultime finanziarie che sono arrivati a spremere la forza di sopportazione degli agenti delle forze dell'ordine.
Al loro fianco i sindacati che li rappresentano, Siulp, Sappe, Sapaf e Fns Cisl, presenti in piazza Sant'Oronzo all'interno degli stands dove vengono anche distribuiti degli opuscoli informativi. Per provocare, ma soprattutto informare su una condizione che risulta ormai gravemente compromessa.
Se nel resto d'Italia la questione carburante è stata la miccia esplosiva che ha portato i manifestanti in strada, è evidente che non si tratta se non dell'ultima, ennesima goccia. I problemi sono molti e lasciano trasparire il disinteresse del governo e l'incapacità di amministrare con la dovuta parsimonia le già scarse risorse.
Chiedono il riconoscimento dei fondi per la sicurezza, per la legalità e lo sviluppo, i nostri agenti. Ma anche un intervento deciso ed energico per risolvere la situazione di stallo dei fondi, affinché la sospensione degli stipendi, che dura ormai da 3 anni, venga affrontata.
Il famigerato caso della benzina per le auto di pattuglia è paradigmatica. Dovrebbe infatti essere pagata dal comando regionale attraverso l'apposita «Fuel Card», ma ciò non accade, perché i distributori, non venendo rimborsati, hanno smesso di erogare il carburante. Così gli agenti sono costretti a metterlo di tasca propria e, già che ci sono, provvedere al lavaggio delle volanti. Il livello di incuria a cui il personale è costretto a sottostare è arrivato a un punto tale da far parlare i poliziotti di divise rattoppate, scarpe spaiate, magliette con le taglie sbagliate, divise fatte produrre all'estero con l'intento di risparmiare, e che arrivano poi al comando con errori tipografici, come le giubbe della «Polizzia». Materiale inservibile, che finisce con il rappresentare un ulteriore costo, piuttosto del risparmio auspicato.
Federico Pilagatti, segretario nazionale del sindacato della polizia penitenziaria si chiede se il governo non sia in attesa della rivolta nelle carceri. La situazione è pesante. In quello di Lecce, ad esempio, un solo sorvegliante può doversi occupare di 70 detenuti alla volta. Il quadro è così drammatico che a causa del numero esiguo di guardie, gli operatori sono stati costretti a organizzarsi su turni di otto ore, anziché le sei canoniche.
Il segretario provinciale del Conapo di Lecce, Giancarlo Capoccia, ricorda che persino le spese delle missioni fuori sede, vengono anticipate interamente dagli agenti, nonostante il blocco degli stipendi perduri ormai da tre anni.
Saverio Della Tommasa, rappresenzante del Sap, accenna anche all'«argomento munizioni»: le munizioni destinate alle esercitazioni hanno una carica di polvere da sparo inferiore, proprio in virtù dell'uso a cui sono destinate, ma è accaduto che la carica fosse talmente bassa da renderle, di fatto, inutilizzabili. Le stesse esercitazioni sono diventate un caso raro, una eventualità che non si compie più di una volta l'anno, in contraddizione con la competenza richiesta dai corpi a cui gli agenti appartengono. Nemmeno l'idoneità fisica o la specializzazione dei singoli agenti sono presi nella debita considerazione, nella determinazione dei ruoli. Per non parlare della questione carriere che meriterebbe un opportuno aggiornamento.
I carabinieri, che in quanto militari non possono avvalersi del diritto di manifestare, si mostrano solidali nella battaglia con i loro colleghi. La loro è una posizione più silenziosa, tutelata attraverso i sindacati di categoria.
Martedì 18 ottobre 2011