Lecce | Avanzata interrogazione parlamentare per richiedere un intervento d'urgenza

L'Ato Lecce 2 arriva in Parlamento: richieste

verifiche su gestione, trasparenza e legalità

Richiesta drastica dei 15 comuni del consorzio: commissariamento

di Alessandra Palmieri

LECCE | La vicenda Ato Lecce 2 che vede nell'occhio del ciclone il presidente del consorzio Silvano Macculi, accusato di svolgere il suo operato contravvenendo alla trasparenza e alla legalità necessarie per tutelare l'interesse pubblico, travalica i confini regionali e giunge sui banchi dei nostri parlamentari. La gestione, la raccolta e lo smaltimento dei rifiuti urbani è una questione che coinvolge ed interessa la collettività dal punto di vista ambientale ed economico, proprio per questo deve essere tenuta sotto controllo tutelando i cittadini e garantendogli un servizio per cui devono sottostare al pagamento di una tassa, la cosiddetta Tarsu, che aumenta di anno in anno. La parlamentare del Pd, Teresa Bellanova, ha presentato un'interrogazione al ministro degli interni, Roberto Maroni e al ministro per la pubblica amministrazione, Renato Brunetta, nella quale vengono affrontati i punti salienti della questione, a cominciare dal documento sottoscritto dai quindici comuni salentini facenti parte del Consorzio Ato Lecce 2, nel quale si sottolinea una palese violazione di norme e dei principi che regolano la gestione degli enti locali e dei loro consorzi.
Alezio, Cannole, Carpignano Salentino, Corigliano d'Otranto, Cursi, Giuggianello, Melpignano, Nardò, Otranto, Palmariggi, Sannicola, Scorrano, Sogliano Cavour, Soleto, Uggiano la Chiesa, sono questi i paesi del consorzio che contestano l'assenza del collegio dei revisori, organo indispensabile per l'approvazione dei bilanci, l'iter e i tempi di approvazione del bilancio di previsione, la mancata verifica sugli atti, i criteri e le procedure di selezione dei liberi professionisti del consorzio e rivendicano una maggiore trasparenza e pubblicità nell'attribuzione degli incarichi per verificarne la legittimità.
Si richiede inoltre una verifica sugli atti, i criteri e le procedure di selezione dei liberi professionisti del consorzio, sugli atti gestionali inerenti alle spese e alla liquidazione dei pagamenti e sui criteri e le modalità di affidamento a molteplici aziende di servizi, dato che il consorzio è sprovvisto di un albo delle ditte di fiducia consultabile anche dai soci partecipanti. Il consorzio dovrebbe pubblicare sul proprio sito istituzionale, nella sezione «Trasparenza, valutazione e merito» l'elenco degli incarichi conferiti ai dipendenti pubblici e privati, predisporre ed approvare gli strumenti finanziari e procedere all'assegnazione degli incarichi attenendosi a quanto dettato dalla normativa prevista dal decreto legislativo 267 del 2000.
Sale la tensione, le polemiche incalzano ed anche a livello locale la situazione si avvia verso soluzioni drastiche: è proprio di stamattina la notizia della richiesta di commissariamento avanzata dal sindaco di Corigliano d'Otranto, Ada Fiore, e da altri quattordici sindaci coinvolti nella vicenda che già da tempo richiedevano le dimissioni dell'assessore nonché presidente del consorzio, Macculi, per la sua condotta poco chiara, il poco impegno, e la continua negligenza nell'amministrazione. Nonostante le accuse rivoltegli, il presidente ha potuto contare sulla fiducia e sul sostegno di altri ventisette sindaci, riuniti durante il consiglio del Cda per deliberare sulla questione.
La richiesta della Fiore è stata estesa al presidente, ai membri del Cda dell'Ato, al presidente della Regione Puglia, Nichi Vendola e all'assessore all'ambiente Nicola Castro.

Martedì 18 ottobre 2011