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Santa Cesarea Terme | in cerca degli scafisti fuggiti in mare al momento dello schianto

Urta contro uno scoglio. La nave cola a picco
187 migranti a bordo, 4 ricoveri in ospedale

A bordo della nave lunga venti metri e battente bandiera turca, iracheni,
afgani, pakistani. Nel gruppo una donna incinta ed una decina di minori

Redazione Online

SANTA CESAREA TERME | Un'imbarcazione di circa venti metri, un vecchio yacth «Baglietto» mal ridotto, con a bordo circa duecento persone, si è incagliato sulla scogliera al largo delle coste di Torre Badisco, località Otranto, colando a picco nelle acque del Salento. La sciagura è avvenuta stanotte quando la nave, battente bandiera turca, partita molto probabilmente da un porto della Turchia, passando dalla Grecia e diretta verso il litorale salentino, a seguito di un violento impatto contro uno scoglio, ad una decina di metri dalla riva, ha iniziato a sprofondare in mare facendo presagire una tragedia.

AFFONDANO A DIECI METRI DALLA RIVA | A bordo uomini, donne bambini di nazionalità siriana, afgana, pakistana, irachena, alla disperata ricerca di un avvenire migliore, di un futuro lavorativo e di condizioni di vita dignitose. I carabinieri della compagnia di Maglie, la guardia di finanza e la polizia sono giunti presso il villaggio «Paradiso» a Santa Cesarea Terme per arginare la situazione di emergenza generata dall'incidente. 187 migranti, negli occhi il terrore e la paura di non farcela, chiedevano aiuto ai militari che, con il sostegno degli operatori della Croce Rossa italiana, sono riusciti a trarli in salvo. Le acque gelide e la temperatura invernale non hanno reso semplici le operazioni di recupero: 4 persone, tra cui una donna incinta, in stato avanzato, sono stati ricoverati presso il centro ospedaliero di Scorrano per i primi soccorsi e le cure necessarie.

VERSO IL CENTRO DI PRIMA ACCOGLIENZA | La restante parte del gruppo invece è stata trasferita a bordo di pulmini, richiesti per l'ingente numero di persone da soccorrere, nel centro di prima accoglienza «Don Tonino Bello» di Otranto, dove i volontari si sono occupati di vestirli, nutrirli e dargli un posto dove riposare, da condividere probabilmente con gli altri compagni di sventura, questo perché la struttura potrebbe ospitare un massimo di cinquanta individui. Si parla di una vera e propria emergenza sbarchi, considerando che questo è solo uno dei tanti episodi avvenuti negli ultimi mesi e che hanno avuto come porto d'approdo le coste del Salento, da Otranto a Leuca. Intanto i militari, dopo aver fotografato ed identificato i migranti, hanno avviato le indagini per scoprire l'identità degli scafisti al comando dell'imbarcazione affondata che al momento dello schianto si sono catapultanti in mare facendo perdere le loro tracce. Si attendono le disposizioni delle Prefettura di Lecce per trovare una sistemazione ai malcapitati nei vari centri di accoglienza, dislocati sul territorio italiano e adibiti per affrontare emergenze di questa portata.

Martedì 29 novembre 2011

© Riproduzione riservata

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