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Nardò | una parte del bottino era stato nascosto nel garage di un pregiudicato di brindisi

Smascherato il rapinatore dell'«Arte orafa»
Un giovane 19enne brindisino già in carcere

Si tratta di Davide Piliego, noto alle forze dell'ordine per altri reati
contro il patrimonio. Si cerca l'altro complice del colpo da 200 mila euro

Redazione Online

NARDÒ | Una rapina perpetuata ai danni di una gioielleria «Arte Orafa» nella cittadina di Nardò, avvenuta il 4 novembre scorso ad opera di due giovani, uno dei quali è stato identificato ed arrestato stamane dalla Squadra mobile di Lecce, Brindisi e Nardò. Un'ordinanza di custodia cautelare emessa dal gip del tribunale di Lecce, Ines Casciaro su disposizione del sostituto procuratore della Repubblica, Guglielmo Cataldi a carico di Davide Piliego, 19 anni, brindisino.

SI SPACCIANO PER CLIENTI | Il giovane, accompagnato da un amico, in veste di normale cliente, si era presentato presso la gioielleria, eludendo i controlli delle porte di sicurezza, e fingendosi interessato all'aquisto, avrebbe chiesto alla commessa di mostrargli degli oggetti preziosi. Presenti al momento della rapina anche il proprietario dell'attività recatosi verso la cassaforte per prelevare della merce da mostrare agli pseudo clienti. È bastato un attimo di distrazione per agevolare la messa a segno dell'azione criminosa. Uno dei due ha scavalcato agilmente il banco delle vendite bloccando la commessa, puntandole una pistola contro, l'altro invece cercava di smorzare l'irruenza del proprietario, la cui ira è stata messa subito a bada, minacciandolo con un'arma. A quel punto i due malviventi hanno trascinato il gestore e la sua dipendente in uno stanzino, adibito a laboratorio, nel retrobottega legandogli i polsi con delle fascette in modo tale da impedirgli di allertare i soccorsi. 200 mila euro in gioielli e l'hard disk del circuito di sorveglianza, questa la refurtiva che gli uomini sono riusciti a sottrarre e a portar via fuggendo a bordo di una Fiat «Panda», provento di un furto messo segno a Brindisi e poi data alle fiamme nelle campagne del luogo per cancellare ogni possibile traccia che avrebbe potuto far risalire alla loro identità.

I COMPLICI SONO DUE | A seguito delle indagini, gli inquirenti sono riusciti a risalire ai due pregiudicati brindisini, Piliego, autore materiale della rapina in concorso con un altro complice ancora da definire. I primi controlli sono stati effettuati dalla Squadra mobile presso l'abitazione di Tiziano Cannarile, un pregiudicato brindisino ed hanno consentito ai militari di rinvenire nel suo garage una parte del bottino, gioielli per un valore di 15 mila euro. Per l'uomo, che al momento della perquisizione non si trovava nel suo domicilio, è stata emessa una misura cautelare in carcere dal gip di Brindisi, Giuseppe Licci, su richiesta del sostituto procuratore Myriam Iacovello. Per il giovane brindisino accusato di rapina, invece, la notifica dell'ordinanza custodiale è arrivata direttamente presso la casa circondariale di Lecce, dove è stato recluso a seguito di un'altra rapina presso una gioielleria di Ostuni. Le accuse avanzate a carico di Piliego, noto alle forze dell'ordine per reati contro il patrimonio, detenzione e porto illegale di arma da fuoco, sequestro di persona, ai danni del titolare dell'esercizio e della sua dipendente e furto aggravato dell'auto a bordo della quale è avvenuta la fuga.

Sabato 26 novembre 2011

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