Lecce | Nell'ultimo appuntamento del processo gli avvocati promettono di fare ricorso

«Little Devil», il giudice condanna la banda

a quasi un secolo e mezzo di carcere

Sono stati condannati i venti imputati che scelsero di essere giudicati con il rito abbreviato. A Giuseppe Seccia, soprannominato il «barlettano» il giudice ha inflitto la pena più severa, quella a 16 anni. La banda era specializzata in rapine in banca e traffico di droga

di Valentina Castelli

Un momento dell'operazione
Un momento dell'operazione

LECCE | Condannati gli imputati, in tutto venti, della grande banda «Little Devil», un'associazione a delinquere dedita alle rapine in banca e allo spaccio di stupefacenti. L’operazione è stata denominata Little devil (cioè «piccolo diavolo») dal nome di uno dei componenti del gruppo, Luciano Persano.

IL VIA ALLE INDAGINI | Le indagini, condotte dal nucleo investigativo del reparto operativo di Lecce, iniziarono nel 2007 quando uno dei membri del gruppo, il 35enne Paride De Giovanni, di Castrignano de’ Greci, arrestato dopo una rapina alla filiale «Unicredit» di Martano, cominciò a dichiarare le imprese, se così possono definirsi, di quella che poi è stata riconosciuta come una vera e propria associazione a delinquere, attiva anche sul fronte dello spaccio di cocaina. Il 15 settembre 2010 scattò tra il Salento e il nord barese un'operazione da parte del comando provinciale di Lecce, con l’aiuto delle unità cinofile antidroga, operazione conclusasi con l'arresto di 14 persone, tutte appartenenti alla banda. Subito furono emesse le ordinanze di custodia cautelare da parte del pubblico ministero della Direzione distrettuale antimafia, Elsa Valeria Mignone.

Federico Amaranto
Federico Amaranto

I COLPI IN BANCA | Dieci le banche colpite nel 2007: il 19 settembre la «Banca Unicredit» di Monteroni, che fruttò un bottino pari a 7mila euro; il 27 settembre la «Banca Unicredit» di Martano per una refurtiva di 6mila e 500 euro; il 12 ottobre la «Banca di Roma», filiale di Squinzano, con un bottino ancora superiore ai due precedenti, 11mila e 600 euro; il 22 ottobre la «Banca Carime» di Carmiano, ammontante a 6mila e 900 euro; il 24 ottobre fallì la rapina ai danni della «Unicredit Banca» di Calimera. E a seguire il 20 novembre la «Banca Intesa» di Tricase con un bottino pari a mille e 800euro; il 22 novembre «Unicredit Banca» a Grottaglie fruttò 15mila e 800 euro; il 29 novembre l’agenzia della «Banca di Roma» di Squinzano fruttò un bottino pari a mille e 300 euro; il 30 novembre la «Banca Antonveneta», sempre a Bologna, a cui vennero sottratti ben 90mila euro; il 4 dicembre la «Banca Carime» a Bologna da cui riuscirono a ricavare 7mila euro. Gli indagati utilizzavano inizialmente una tecnica chiamata pendolarismo criminale ossia si spostavano da altre città per commettere i reati, in particolar modo da Barletta, città natale di quello che è stato identificato come il capo della banda criminale, Giuseppe Seccia, ormai residente nel territorio salentino. Una volta arrivati in banca, veniva utilizzata sempre la stessa tecnica: un'irruzione a volto coperto da una calzamaglia scura e una serie di minacce rivolte ai dipendenti ed ai clienti con l'aiuto di un taglierino. Un'operazione precedentemente studiata a tavolino.

Giuseppe Seccia,
Giuseppe Seccia,

IL FILONE DELLA DROGA | Oltre alle rapine, le indagini portate a termine dal comando provinciale di Lecce hanno dimostrato il coinvolgimento della Little Devil anche nelle attività di spaccio di stupefacenti, provata dai numerosi sequestri effettutati a seguito delle perquisizioni. Sono stati ritrovati un chilogrammo di hashish e 300 grammi di cocaina, 49 cartucce calibro 9x21 e trenta banconote false da 20 euro ciascuna. Della nota banda faceva parte anche Antonio Giannone, identificato dal gruppo con il nomignolo di «Palla», pregiudicato leccese morto in un agguato il 6 aprile 2009.

Luciano Persano
Luciano Persano

CONDANNE RICHIESTE | Le richieste di condanna da parte del pubblico ministero Mignone sono state formulate nell’udienza del 12 ottobre 2010, e 20 sono stati gli imputati ad aver scelto il rito abbreviato. Per Francesco Amaranto, 26enne di Lecce, chiese 16 anni di reclusione; per Marco Bruno, 25enne di Carmiano, ne furono chiesti 13; per Cristian Carluccio e Davide Vadacca un anno; per Cosimo De Giovanni, 41enne di Lecce, 5 anni; per Giovanni Guacci, 26enne di Lecce, 6 anni; per Andrea Lattante, 29enne di Cavallino, Diego Perulli, 31enne di Lecce, Cristian Salierno, 27enne di Lecce, e Francesco Vetrugno, 66enne di Copertino, e Sokol Myderizi, 41enne albanese ma residente a San Pietro in Lama, furono chiesti 9 anni; per Luciano Persano, 40enne di Lecce, denominato «Fabietto o Piccolo Diavolo» 16; per Donato Piazzola, di 21 anni di Barletta, noto con il nome «Saverio», Gaetano Spera, 23enne anche lui, di Barletta e Danilo Valletta, 25enne di Lecce, 4 anni; Carmelo Riela, 27enne di Barletta, 5 anni; per Stefano Schipa, invece, l’assoluzione; per Antonio Solazzo, 38enne di Lecce, chiede 11 anni di reclusione; per Saverio Terlizzi, 28enne di Barletta, si chiesero 5 anni e 6 mesi; per Giuseppe Seccia, 35enne nativo di Barletta ma residente a Monteroni, noto con il nome «barlettano», 20 anni.

SENTENZA DEFINITIVA | La sentenza emessa oggi da Carlo Cazzella, giudice del tribunale di prima sezione penale di Lecce, vede condannati a 10 anni Amaranto e Persano (Little devil), 8 anni per Bruno, 1 anno e 4 mesi per Carluccio, 4 anni per De Giovanni e Valletta, 5 anni per Guacci, 8 anni per Lattante, 8 anni e 8 mesi per Perulli e Vetrugno, 3 anni e 4 mesi per Piazzolla, 5 anni e 6 mesi per Riela, 7 anni per Salierno, 2 anni e 4 mesi per Schipa, 14 anni per Solazzo e Myderizi, 3 anni per Spero e Terlizzi, 1 anno per Vadacca e 16 anni per «barlettano» ossia Giuseppe Seccia.
Non sono soddisfatti gli avvocati della difesa, ritenendo ingiuste le pene, in particolar modo, Stefano Metrangolo, avvocato di Seccia, ha dichiarato che farà subito ricorso alla Corte d’Appello, appena scaduti i novanta giorni dalla deposizione della motivazione della sentenza.

Venerdì 11 novembre 2011